di Angela De Nicola

Mercoledì prossimo, 2 aprile, alle ore 19:00, nel centro storico di Rionero in Vulture, un “fuoco blu” si accenderà e brillerà per la vita. Sarà l’inizio di una serata davvero particolare: l’Associazione Oltre Noi, fautrice di un happening senza dubbio speciale, materializzerà per tutti un segno forte e intenso nell’alveo della semplicità ma al tempo stesso del richiamo a stare insieme, riflettendo – anche nella città fortunatiana – sulla cosiddetta “Giornata della Consapevolezza sull’Autismo” che si celebra in tutto il mondo proprio il 2 aprile di ogni anno.

Un sottofondo musicale, l’accensione di alcune simboliche luci blu sulla facciata di Palazzo Fortunato con sindaco e assessore alla cultura della città omaggiati di maglietta ufficiale rappresentante il logo dell’Associazione e la successiva elargizione di volantini informativi accompagnati da gadgets rivestiti da sacchetti di velo blu: una confettata d’amore, di consapevolezza, un segno basilare ma intenso che parla della forza della vita nonostante la cosiddetta “diversità”. Una diversità infondo solo apparente, fattore che la sensibilità consapevole sull’autismo chiama invece in altro modo e cioè “essere davvero speciale”. Sì, perché questi bambini e ragazzi che vengono chiamati dalla scienza con la stretta definizione scientifica di “autistici”, sono in realtà delle creature che vibrano semplicemente ad altezze diverse, creature dotate di un fascino particolare, ben definito dalle ali dei loro silenzi e dei loro sguardi. Creature che ascoltano e vivono la vita secondo una speciale libertà che li rende padroni di una loro particolare affettività, di un linguaggio e di un amore fuori dalla misura ordinaria. Un sentire “altro” che necessita di quella naturale corresponsione per le loro “altritudini e altidudini”, quelle alterità nei cui confronti la società spesso finisce solo col non essere semplicemente abituata. “Abituarsi”, dunque, è la parola d’ordine. Abituarsi a riconoscere e a praticare questo amore: è questo uno degli obbiettivi fondamentali dell’associazione Oltre Noi, capeggiata da Nicola Fede, papà di Antonio, un ragazzo pieno di questa speciale voglia di essere, sentire e comunicare che va “oltre”. E oltre va anche l’associazione di Nicola e di sua moglie Raffaella Vucci, fondata ufficialmente a Rionero il 13 maggio 2023 e con – alla sua partenza – diversi obbiettivi già realizzati e da realizzare: uno su tutti, quello infondo primario, legato alla sensibilizzazione e alla conoscenza generale di questo aspetto del vivere che da “problema” può essere trasformato in nuova dimensione. Essere genitori o parenti di un bambino/bambina con autismo significa perciò creare condizioni familiari e sociali ottimali affinchè domani, anche senza l’appoggio dei genitori (che per forza di cose verrà a mancare) questi uomini e queste donne possano vivere la loro vita nel migliore dei modi, affermando il pieno diritto all’esistenza e facendolo nel modo più sereno possibile. Un discorso che non può certo esaurirsi in due parole e in una sola giornata “celebrativa”. Un percorso lungo e arduo: ma che da qualche parte, anche per mezzo della sola informazione e sensibilizzazione, dovrà pur iniziare. “Abbiamo il dovere di provarci” afferma Nicola “e intanto viviamo con consapevolezza ma anche con gioia la quotidianità con i nostri ragazzi, una quotidianità che passa, tra le altre cose, proprio attraverso la vita e le attività all’interno dell’associazione: i laboratori specifici, la terapia comportamentale, l’acquisizione di piccole autonomie… tutto fa parte del grande progetto generale che abbiamo voluto chiamare ‘Dopo di noi’. Affinché il “dopo” dei nostri figli sia il più possibile autonomo, sereno, in linea con la parola futuribile, con la parola futuro. I nostri figli sono preziosi. Sono come ogni genitore vede il proprio figlio. L’ auspicio di ognuno di noi è che la società non li ignori, ma che li veda per quello che sono. Ragazzi che vivono di altri colori, non meno risplendenti rispetto a quelli degli altri.” Ragazzi maggiormente inseriti nel contesto sociale, dunque, amati e compresi da tutti nella loro “alterità” e questo anche a Rionero in Vulture, grazie all’Associazione Oltre Noi. Una squadra unita dal collante dell’amore, una “famiglia allargata” in nome della speranza, un gruppo compatto di persone che ha ancora una lunga lista di desideri da realizzare per il bene dei “protagonisti” (terapia della natura, pet therapy, interazione tra autismo e tecnologia) ma che ovviamente da sola non può farcela. L’appello urgente alle istituzioni è costante e si spera che i primi risultati, pur raggiunti, vengano fortificati e appoggiati nel tempo, così come del resto è in parte accaduto. Perché quando si parla di fragilità non si è mai abbastanza preparati, quando si parla di cosiddetta “diversità” (che diversità vera non è) non si può dire di aver mai fatto abbastanza. Ma soprattutto, quando si parla di questi ragazzi che volano con gli occhi e parlano con il silenzio delle ali, non si può e non si deve mai smettere di sorridere e di sperare. Oltre noi: consapevolezza, dignità, amore e tanto futuro.

Di basnews

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