Il 17 maggio di ogni anno, dal 2004, c’è la giornata internazionale contro l’omofobia.
C’è ancora tanto da lavorare su questo tema, ancora non riusciamo a capire che siamo tutti uguali. Siamo diversi ma uguali.
In alcune parti del mondo c’è addirittura la pena di morte.
Papa Francesco, in una famosa conferenza stampa del 2013, di ritorno dal viaggio apostolico in Brasile, disse “chi sono io per giudicare?” e si sono scatenate poi inutili polemiche.
Nel 1987, il futuro Papa emerito, ha fatto un documento contro l’omosessualità, qualcuno dirà a favore ma non è così, dove scriveva che sono malati e, allo stesso tempo, bisogna avere comprensione e rispetto per la loro tendenza.
In Basilicata, precisamente a Lavello (provincia di Potenza), è venuta alla luce, grazie al libro di Rocco Pezzano, la storia di don Marco Bisceglia, definito il sacerdote ribelle della Lucania degli anni 70. Ha cercato di mettere in pratica il Concilio Vaticano II, da pochi anni concluso. Don Marco, all’epoca, usò parole che poi sono diventate simbolo grazie a Papa Francesco, “una chiesa povera per i poveri”, “i sacramenti sono gratuiti” e tante altre.
Non riusciva a capire perché in Chiesa potevano entrare solo le persone importanti, mentre i poveri erano scartati. A fine anni 70 fu arrestato, tra i pianti dei vigili che stavano facendo solo il loro lavoro, dopo la Santa Messa e scomunicato dal vescovo dell’epoca monsignor Vairo. Intanto ha compreso che era omosessuale, ha creato l’arcigay, anche se la stessa si vergogna di tutto questo. Si è ammalato di AIDS, ha chiesto al futuro Papa emerito Ratzinger di poter tornare, negli ultimi anni di vita, ad essere sacerdote e questo suo desiderio venne accolto, nonostante nel documento del 1987, Ratzinger aveva scritto che i sacerdoti non dovevano essere gay, la coerenza del futuro Papa emerito. Poi Monsignor Vario si pentì e si scusò con don Marco perché aveva capito le sue intenzioni.
Perché non si può essere se stessi? Vengono scartati dalla famiglia, entrano in seminario omettendo di essere gay e poi successivamente vengono allo scoperto.
La società e parte della Chiesa devono lavorare tanto su questo tema.
La Chiesa, tra le altre cose, nel corso dei secoli, aveva santi omosessuali, vedi San Sebastiano che si festeggia il 20 gennaio ma non si può raccontare la sua vera storia ed è un Santo venerato nella Chiesa Cattolica e ortodossa.
Oppure c’è la storia dei santi Sergio e Bacco sono due soldati romani del III secolo, martiri cristiani e amanti, santi che si venerarono fino al 1968, anno in cui Papa Paolo VI, il Papa dell’incertezza e dell’amarezza, gli ha tolti dal Calendario romano.
Questa giornata sia di riflessione per capire che siamo diversi ma uguali e per capire che la diversità è una ricchezza