Esattamente 7 anni fa (giugno 2016) l’Asp rassicurava “Non vi sarà nessuna chiusura e/o ridimensionamento dell’Ospedale di Melfi”. Evidenziata, tuttavia, “la difficoltà nel reclutamento del personale” determinate “dalla mobilità del personale verso la Puglia e la Campania, che hanno reso possibili le assunzioni prima bloccate dai piani di rientro”.
Dopo 7 anni non solo il problema persiste ma ora i cittadini del vulture-melfese sono preoccupati perché nel frattempo il primario e due dirigenti medici si sono trasferiti altrove riducendo ulteriormente l’organico di Ostetricia e Ginecologia e si chiedono: cosa accadrebbe se – ancor di più alla vigilia delle ferie – un solo medico si ammala? Il punto nascita di Melfi potrebbe essere temporaneamente chiuso?
Ho rappresentato il problema non solo all’assessore alla Salute ma anche al Presidente Bardi dopo aver ascoltato le istanze dei cittadini e della maggior parte degli operatori sanitari. Le proposte che ho ricevuto sono incentrate, sostanzialmente, alla richiesta, rivolta all’azienda ospedaliera San Carlo, di avviare le procedure per l’assunzione di nuovi ginecologi e pediatri e nel mentre, come soluzione tampone, stipulare accordi con le cooperative di medici per l’invio a Melfi di altri ginecologi “a gettone” per la copertura di alcuni turni.
Qualunque sia la scelta, pretendiamo una soluzione, che non può più essere rimandata. Una soluzione definitiva affinché, non solo sia scongiurata l’ipotesi di una chiusura anche solo temporanea ma che garantisca un migliore servizio alle donne che possa incrementare il numero dei parti nel nosocomio melfitano, che ad oggi si attesta a poco meno di 500 nascite e senza più mettere a rischio la salute di mamme, nascituri e personale medico di Ostetricia e Ginecologia sottoposto a un enorme carico di lavoro ancor più in regime di urgenza e di emergenza.