Cosa succede in seno all’ONU? Questo è quello che si chiede il giornalista Gianni Minà che rilancia in italiano tramite il suo profilo Facebook la dichiarazione di voto espressa all’ONU dal rappresentate di Cuba, paese che si è opposto alla risoluzione che ha sospeso la Russia dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
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Cosa sta succedendo dentro l’ONU?
Condivido questa dichiarazione per capire meglio cosa sta avvenendo sopra le nostre teste.
Intervento del rappresentante permanente di Cuba presso le Nazioni Unite, Pedro L. Pedroso Cuesta, per dichiarazione di voto in merito al Progetto di Risoluzione sulla sospensione della Federazione Russa come membro del Consiglio dei diritti umani
New York, 7 aprile 2022
Signor Presidente,
Cuba ha sempre sostenuto e lavorato per un Consiglio dei diritti umani in grado di affrontare le complesse sfide che la comunità internazionale deve affrontare in questa materia, dalla quale nessun paese è esente.
Difendiamo l’obiettività, l’imparzialità e la trasparenza nell’operato di questo organismo, e che le sue procedure e meccanismi operino sulla base di informazioni veritiere e verificate.
Il ricorso alla clausola di sospensione dei membri del Consiglio non favorirà in alcun modo la ricerca di una soluzione pacifica, negoziata e duratura del conflitto in Ucraina; e tanto meno contribuirà a favorire il clima di cooperazione, dialogo e comprensione che deve prevalere nell’affrontare la questione dei diritti umani.
È inoltre irrispettoso che, a pochi giorni dalla conclusione di una sessione ordinaria del Consiglio dei diritti umani, a tale organo non sia stata nemmeno data l’opportunità di pronunciarsi sulla questione.
Signor Presidente,
Da quando è iniziato il processo negoziale per la costruzione del nuovo Consiglio che succederà alla Commissione dei diritti umani, Cuba si è opposta alla clausola di sospensione dell’adesione, per il grave rischio che venga utilizzata da alcuni paesi che privilegiano il doppio standard, selettività e politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani.
Tale clausola può essere attivata con il sostegno di soli due terzi dei presenti e votanti; pertanto, le astensioni non contano e non è nemmeno stabilito un numero minimo di voti per l’approvazione della sospensione.
Per essere eletto membro del Consiglio per i diritti umani, un Paese deve ottenere almeno, a scrutinio segreto, il sostegno della maggioranza dei membri dell’ONU, cioè almeno 97 voti.
In tal modo, i diritti di un membro del Consiglio possono essere sospesi per volontà di un numero ancora minore di Stati rispetto a quelli che hanno deciso di eleggerlo e di concedergli tali diritti.
La Federazione Russa, eletta membro del Consiglio per i diritti umani nel 2020 con 158 voti, potrebbe essere sospesa oggi con un numero inferiore.
Quel meccanismo di sospensione, che non ha eguali in nessun altro organismo delle Nazioni Unite, può essere facilmente utilizzato in modo selettivo. Oggi è la Russia, ma domani potrebbe essere uno qualsiasi dei nostri paesi, in particolare le nazioni del sud che non si piegano agli interessi del dominio e che difendono fermamente la propria indipendenza.
Non è un caso che i promotori più entusiasti della clausola sospensiva, quando si negoziava la costruzione del nuovo Consiglio per i diritti umani, fossero nazioni sviluppate con una dimostrata tendenza ad accusare i Paesi del Sud che non si conformano ai loro presunti modelli di democrazia, pur rimanendo complici del silenzio di fronte alle flagranti violazioni dei diritti umani nei paesi occidentali.
Naturalmente, non tutti in questa sala condividono le nostre preoccupazioni sul meccanismo di sospensione, sapendo che le vittime del suo uso selettivo saranno sempre gli altri.
Riuscirà mai questa Assemblea ad approvare una risoluzione che sospenda l’appartenenza degli Stati Uniti al Consiglio per i diritti umani, per fare solo un esempio?
Sappiamo tutti che questo non è accaduto e non accadrà, nonostante le sue flagranti e massicce violazioni dei diritti umani, a seguito di invasioni e guerre predatorie contro Stati sovrani, basate sui loro interessi geopolitici. Hanno causato la morte di centinaia di migliaia di civili, che chiamano “danni collaterali”; milioni di sfollati e vaste distruzioni in tutta la geografia del nostro pianeta, ma questa Assemblea non ha mai sospeso nessuno dei loro diritti.
Sappiamo anche tutti che la clausola sospensiva non sarà applicata allo Stato che ha imposto a Cuba, da più di 60 anni, un blocco criminale economico, commerciale e finanziario che costituisce, senza dubbio, il più prolungato, flagrante, massiccio e violazione sistematica dei diritti umani di un intero popolo e un vero atto di genocidio contro un intero Paese.
È a dir poco ironico che il Paese che si è opposto all’istituzione del Consiglio per i diritti umani e ha chiesto, proprio in questa aula, un voto contrario alla risoluzione che l’ha creata, sia lo stesso che si è attivato ora a suo piacimento, in quanto fatto nel 2011, una delle clausole più controverse di quel forum.
Signor Presidente:
Cuba sarà coerente con le riserve formulate in merito al meccanismo di sospensione dell’adesione, quando nel 2006 è stata adottata la risoluzione 60/251, che istituiva il Consiglio dei diritti umani e la 65/265, del 2011, sulla sospensione dei diritti della Libia.
L’adozione della bozza di risoluzione che stiamo esaminando oggi creerà un ulteriore pericoloso precedente, in particolare per il Sud.
Non basta loro imporre risoluzioni contro i paesi e mandati selettivi. Ora intendono fare un nuovo passo avanti verso la legittimazione della selettività e la formazione di un Consiglio dei diritti umani sempre più al servizio di alcuni paesi, come lo era all’epoca l’estinta e screditata Commissione per i diritti umani.
Per i motivi esposti, la delegazione cubana voterà contro il progetto di risoluzione A/ES-11/L.4
Grazie mille.
Fonte:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gianni_min__cosa_sta_succedendo_dentro_lonu/39602_45908/