Di fronte alla strage di Gaza  verrebbe da chiedersi per quale perverso motivo i sionisti israeliani stiano rapidamente dilapidando il capitale di simpatia ( a volte forzata ) e lo stanno trasformando in profonda avversione: per una striscia di terra  che è un quarto della superficie di Roma?  L’obiettivo di liberarsi di Hamas che peraltro i governi di Tel Aviv hanno finanziato per molti anni è un puro pretesto perché se il fine fosse davvero questo la pressione maggiore dovrebbe essere contro la fazione armata e non contro la popolazione civile, invece vediamo scene di incredibile orrore con però  il contrappunto di operazioni militari difficoltose, lente, goffe  e spesso perdenti dell’esercito israeliano.  Qualsiasi persona ragionevole comprende che così non  ottiene sostegno per la propria causa e per giunta non si arriva nemmeno a una vittoria militare, Dunque qual è l’obiettivo vero di tutto questo? Probabilmente quello di impadronirsi sia della Striscia di Gaza e della Cisgiordania per formare quella che i sionisti chiamano la Grande Israele. Ma vogliono farlo cacciando la popolazione palestinese.

Se essa rimanesse nelle sue terre allora la popolazione palestinese eguaglierebbe o supererebbe quella degli ebrei, il che porterebbe alla fine dello Stato sionista nelle forme di oggi . Questo è in poche parole il problema di fondo. Alla fine del 2022, oltre sette milioni di israeliani vivevano in Israele e in Cisgiordania e oltre sette milioni di palestinesi vivevano in Cisgiordania, Striscia di Gaza, Israele e Gerusalemme est. Una bomba demografica sta già ticchettando: gli ebrei israeliani sperimentano una paura esistenziale di essere superati dalla popolazione palestinese, una paura che poi viene strumentalizzata da imprenditori e politici di estrema destra. Del resto già ora se si prende la Grande Israele con Gaza e Cisgiordania: la popolazione ebraica è al 47 per cento e dunque il dilemma  per i sionisti è quello di cancellare il progetto Grande Israele che è un obiettivo di natura  escatologica dunque in qualche nodo irrinunciabile oppure espellere i palestinesi dalle terre di cui Tel Aviv  vuole impadronirsi. E vediamo il modo disumano e orribile con cui si vuole raggiungere questo obiettivo. Del resto sono ben note le radici del sionismo e il fantasma di uno stato etnico che ha da sempre attraversato Israele. Anzi la cacciata delle popolazioni arabe era già un must prima ancora della fondazione dello stato ebraico e per capirlo basta leggere ciò che scriveva il padre ideologico del sionismo politico, Theodor Herzl, che scrisse nel lontano 1895: “Cercheremo di spingere la popolazione senza un soldo oltre confine procurandole lavoro nei paesi di transito, negandole qualsiasi impiego nel nostro paese… l’esproprio e l’allontanamento dei poveri devono essere effettuati con discrezione e circospezione.”

Nel 1938 Ben Gurion che poi diventerà fondatore e primo ministro di Isrele: “Sono a favore del trasferimento obbligatorio (degli arabi ndr) . Non ci vedo nulla di immorale.” Gli excursus di questo potrebbero essere molti e tanto per citarne un altro si può prendere il recente saggetto di Ben Shapiro intitolato “Il trasferimento non è una parolaccia”, un testo francamente sconcertante in cui viene detto che: “Il tempo delle mezze misure è passato…alcuni hanno giustamente suggerito che sia consentito a Israele di decapitare la leadership terroristica dell’Autorità Palestinese. Ma anche questa è solo una mezza misura. L’ideologia del popolo palestinese è indistinguibile da quella della leadership terrorista. Ecco il punto: se credi che lo Stato ebraico abbia il diritto di esistere, allora devi consentire a Israele di trasferire i palestinesi e gli arabi israeliani dalla Giudea, Samaria, Gaza e Israele propriamente detta.”. Insomma per esistere Israele deve essere necessariamente uno stato razzista e di fatto uno stato violento e stragista , questo almeno è il pensiero sionista che ovviamente non ha nulla a che fare con l’ebraismo quanto piuttosto con fanatismo divenuto sempre più cieco.

Il concetto è comunque chiaro: ciò che sta accadendo in questi giorni non è qualcosa di casuale, di episodico o di occasionale, ma fa parte di una linea di pensiero che esiste ormai da più di un secolo e che ha trovato l’ennesima occasione per esprimersi, anzi per esplodere in una incredibile  violenza supportata dai poteri occidentali. Che alla fine come accadrà per l’Israele super sionista, pagheranno un enorme prezzo per questa strage.

Fonte:

Di BasNews

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