Le dimissioni di Draghi occupano le home page dei siti dei principali media internazionali. “Draghi si dimette e l’Italia andrà alle elezioni in autunno”, titola in prima pagina El Pais. In Germania, la foto di Draghi è nella home page del Frankfurter Allgemeine, che titola: “Il premier Draghi si dimette”. “Italia: il presidente del Consiglio Mario Draghi rassegna le dimissioni al presidente”, scrive Le Figaro, che pubblica una foto di Draghi con il presidente Mattarella. “Il premier italiano Mario Draghi si dimette dopo una settimana di turbolenze”, evidenzia invece l’emittente pubblica inglese BBC, “Mr, Draghi, 74 anni, è una figura popolare in Italia. È stato soprannominato Super Mario per la sua gestione della crisi dell’eurozona come capo della Banca centrale europea. Tuttavia, una settimana fa, uno dei partiti del suo governo ad ampia base ha rifiutato di sostenere il suo pacchetto economico provocando una crisi politica”.
Risulta tuttavia interessante evidenziare quanto scrive il Financial Times, quotidiano della city londinese e storico foglio di riferimento per i mercati dell’anglosfera. Lo stesso quotidiano che aveva magnificato all’inverosimile Mario Draghi lo scorso gennaio affermando contro ogni evidenza che “L’Italia ha vissuto un eccezionale periodo di stabilità e successi sotto la guida di Mario Draghi”.
Adesso il quotidiano londinese commentando la caduta del governo Draghi ammette: “Il primo ministro italiano Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni, mettendo fine al governo di unità nazionale formato per affrontare riforme impopolari e creando problemi all’Europa in un momento di gravi difficoltà economiche”.
Quindi Mario Draghi era arrivato per garantire che l’Italia continuasse a percorrere la strada dell’austerità e per provvedere a implementare ulteriori riforme lacrime e sangue per il popolo italiano.
“Il mancato rispetto dello stretto calendario di riforme promesse metterebbe a rischio la capacità di Roma di ricevere le prossime tranche di fondi da 200 miliardi di euro dal programma di ripresa Covid dell’UE.
Draghi aveva concordato con l’UE un ambizioso programma di riforme con l’obiettivo di rafforzare la concorrenza e ridurre la burocrazia per rendere l’Italia più attraente per gli investimenti e per garantire la sostenibilità del suo pesante debito pubblico, che ora è pari a circa il 150% della produzione interna lorda.
Molte di queste riforme avrebbero dovuto essere completate entro le elezioni previste per la prossima primavera. Ma è probabile che il processo venga sospeso, mentre i partiti si preparano a fare campagna per le elezioni anticipate”.
Nulla di nuovo, i soliti ricatti per imporre l’austerità più selvaggia. Solo che stavolta il Financial Times lo dice chiaramente.
Così come senza infingimenti dice che “l’uscita di Draghi sarà anche una battuta d’arresto per l’alleanza occidentale contro l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il leader italiano ha assunto una posizione intransigente nei confronti di Mosca ed è stato uno dei principali artefici delle dure sanzioni contro il presidente russo Vladimir Putin”.
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