Fabrizio Marchi

La violenza? Comunque maschile, prima e dopo il patriarcato.

Una nuova narrazione sta cominciando a circolare in alcuni ambienti politico-mediatici femministi e di “sinistra”, in base alla quale il presunto aumento (tutto da dimostrare, ovviamente) della violenza maschile contro le donne – audite, audite! – sarebbe dovuto proprio alla scomparsa del patriarcato.

Tradotto, gli uomini, sentendosi frustrati per non essere più nelle condizioni di esercitare potere sulle donne, reagirebbero con ancora più violenza. Quindi prima agivano in modo violento perché avevano il potere, mentre ora continuano ad agire in modo violento perché non lo hanno più. Come la metti la metti, la violenza maschile sulle donne non conoscerà mai fine. E ti credo, se così non fosse il femminismo si squaglierebbe come neve al sole e troppe femministe (e femministi) rimarrebbero senza lavoro, stipendi, incarichi, quote, consulenze, “discriminazioni positive” e corsie preferenziali, cioè privilegi.  

Battute a parte (ma neanche tanto…), è evidente che stanno studiando una nuova strategia. Hanno capito che continuare a battere sul solito tasto del patriarcato rischia di non essere più credibile. Del resto la realtà concreta è quella che è e non può essere deformata più di tanto e allora si trovano nella condizione di dover aggiornare la narrazione. La finalità, ovviamente, è quella di tenere sempre altissimo l’allarme e l’attenzione mediatica sui temi della violenza maschile e del femminicidio che devono comunque restare una emergenza costante, anche laddove numeri, percentuali e statistiche la smentissero (e in effetti già lo fanno..).

Insomma, patriarcato o non patriarcato, fine pena mai. Si mettano pure l’anima in pace tutti quelli che in cuor loro (anche se non lo dichiarano pubblicamente) sperano in una fine del tormentone.

Continueranno così, ottusamente, fino a quando anche tutta l’Europa sarà inevitabilmente governata da una serie di cloni di Trump che vinceranno le elezioni con percentuali bulgare perché la gente sarà talmente esausta dei deliri woke e politicamente corretti che, magari turandosi il naso, sarà disposta a votare pure per Satana in persona. Ma anche in questo caso non si fermeranno, perché nella loro proverbiale e razzistica supponenza, incapaci ed impossibilitati ad una sia pur pallida autocritica, tronfi ed autoreferenziali, continueranno a dire che i ceti popolari votano a destra perché sono rozzi, ignoranti e analfabeti.  Quegli stessi ceti popolari che più o meno, è bene ricordarlo, una volta votavano in larga maggioranza per i partiti comunisti e socialisti.

Se non ci diamo una mossa a costruire una nuova forza autenticamente Socialista e popolare alternativa ai due attuali poli di destra e di “sinistra”,  rischiamo di fare tutti e tutte una brutta fine.

fonte:

Di BasNews

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