Da tempo al San Carlo alcuni pazienti non sono ricoverati nei reparti appropriati ma nel primo che ha un posto letto disponibile.
A protestare contro la pratica dei ricoveri in appoggio presso Unità operative non adeguate alla diagnosi è la Fials, che chiede alla direzione generale del San Carlo di Potenza una soluzione definitiva.
“Non è più tollerabile – scrive Angela Lavalle, segretaria aziendale della Fials – accettare una collocazione dei pazienti non dettata dai bisogni assistenziali ma da una carenza di sistema. Accade infatti che persone bisognose di assistenza complessa siano ospitate in reparti a bassa intensità e viceversa. Tutto ciò accade perché l’assegnazione ai reparti non dipende più dalla patologia o dalla condizione clinica, ma scaturisce dalla necessità di trovare un posto letto. L’evidente risultato è un sistema stressato”.
“Il paziente “in appoggio” – osserva la segretaria aziendale della Fials – rischia di diventare un malato della “terra di mezzo”: giuridicamente appartiene ad un medico che non è fisicamente sempre presente e che si trova a dover gestire un carico di pazienti aggiuntivo ai propri, mentre è assistito da infermieri e personale di supporto che seguono pazienti di diversa tipologia e complessità assistenziale. In questo scenario il paziente rischia di percepirsi come un “pacco”.
“La necessità di utilizzare “letti in appoggio” – spiega Lavalle – è la ricaduta del persistente sovraffollamento dei reparti ospedalieri e del pronto soccorso, con l’effetto evidente di un incremento delle attività di ricovero e la diminuzione della qualità delle prestazioni, con picchi di domanda cui l’Azienda è chiamata a rispondere.
Oltre ai disagi descritti, per la Fials questa prassi ha notevoli ripercussioni nell’ambito del rischio clinico, ovvero la possibilità che un paziente subisca un “danno o disagio involontario, imputabile alle cure sanitarie non adeguate. Questo potrebbe causare un prolungamento del periodo di degenza o un peggioramento delle condizioni di salute con ulteriori conseguenze nefaste. Infatti la maggior parte degli errori è dovuta a carenze del sistema e non a negligenza dei singoli. La sicurezza dei pazienti è uno dei punti critici e rappresenta uno degli elementi centrali per la promozione e la realizzazione delle politiche di governo clinico”.
“Questo fenomeno – ricorda Lavalle – non è una situazione nuova al S.Carlo. Già nel 2014 l’AOR dichiarò di aver individuato le soluzioni organizzative adatte per arginare il problema, prevedendo un’area di degenza connessa al Pronto Soccorso. Purtroppo però alle parole non sono seguiti i fatti. E’ presente in Azienda una Bed Manager ma non si comprende come agisce e come monitora la risorsa del Posto Letto Ospedaliero per le necessità di ricovero.
La Fials – conclude la nota – chiede che con urgenza siano definite modalità organizzative e gestionali, regolamentando l’accoglienza e la gestione dei questi pazienti in caso di indisponibilità immediata di posti letto nei reparti di competenza. Una rapida risoluzione anche attraverso una “valorizzazione del capitale umano”. Una politica di assunzioni e riorganizzazioni non improvvisate, garantirà adeguati livelli quali-quantitativi assistenziali”