“Manca il personale ostetrico e sociosanitario e non è possibile organizzare i turni nel mese di agosto al punto nascita di Melfi” A lanciare l’allarme è la Fials, il maggiore sindacato autonomo del comparto Sanità. Il segretario aziendale, Angela Lavalle, e provinciale, Giuseppe Costanzo fanno appello all’assessore Fanelli, alla direzione strategica dell’Aor San Carlo ma anche al sindaco di Melfi, Maglione, per azioni urgenti e immediate che permettano di affrontare l’emergenza, “Altrimenti – avvertono – siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione”.
“A determinare il tracollo – spiegano Lavalle e Costanzo – il convergere di situazioni particolari in concomitanza con il periodo feriale, che hanno aggravato una situazione di carenza permanente, determinata dai ritardi nella programmazione delle assunzioni. Come Fials denunciamo da tempo la scarsa sensibilità della direzione strategica del San Carlo sull’insufficienza dell’organico. Finora lo spirito di abnegazione del personale del reparto ha permesso di turare le falle e garantire la continuità del servizio ma con i numeri attuali il rischio per la salute di pazienti e dipendenti diventa troppo alto”.
“Il punto nascita di Melfi – precisano i due dirigenti della Fials – è stato già a rischio di chiusura qualche anno fa ma poi l’impegno comune di Azienda, lavoratori e comunità hanno permesso di rilanciarne l’attrattività. Le partorienti si sentono coccolate dal personale, la qualità del confort alberghiero (stanze singole con tv e aria condizionata) è elevata ma quel che conta è soprattutto la qualità del servizio clinico. Il pronto soccorso ostetrico e l’ambulatorio ginecologico registrano 200 accessi al mese, così come sono apprezzate pratiche come “skin to skin” (pelle a pelle con il neonato) che, nei casi sempre più ridotti di parti cesarei, coinvolgono anche i papà”.
“Per tutte queste ragioni – concludono Lavalle e Costanzo – ma anche grazie a uno strategico posizionamento con le aree confinanti di Puglia e Campania prive di adeguate strutture ospedaliere, il punto nascita attira gestanti non solo dal Nord potentino ma anche dall’Irpinia e dalla Daunia. Non possiamo permettere questo tracollo e perciò facciamo appello alla Regione, alla Direzione aziendale, alle rappresentanze del territorio affinché si corra ai ripari con azioni concrete, immediate e risolutive. Altrimenti, si ribadisce, la Fials non esiterà a proclamare lo stato di agitazione”.