Sarà una Pasqua di passione per la lavoratrice licenziata dalla Casa di Riposo Antonio D’Alessio con sede in Acerenza e di proprietà ecclesiastica. Lo rende noto la Fials, il sindacato autonomo della sanità, che assiste la dipendente.
“E’ fallito infatti – commentano Giuseppe Costanzo, segretario provinciale e Angela Lavalle, componente della segreteria – il tentativo di conciliazione, espletato ieri presso l’Ispettorato territoriale del lavoro di Potenza. Il Consiglio di Amministrazione infatti ha ribadito che intende procedere al licenziamento per motivi organizzativi ed economici e che non è in grado di adottare alcuna misura di assistenza alla ricollocazione della lavoratrice” che tra l altro sessantenne e monoreddito, è fuori dal mercato del lavoro.
“Lascia ancor più l’amaro in bocca – sottolineano i due rappresentanti sindacali – che a mostrare totale insensibilità e mancanza di responsabilità sociale sia una struttura che più di altre ne dovrebbe avere per la sua identità, in particolare in questi giorni, i più importanti per la comunità cattolica”. Ricordiamo che il consiglio di amministrazione è composto da organi della Curia, Chiesa e Amministrazione Comunale.
“Il licenziamento è peraltro illegittimo – proseguono Costanzo e Lavalle – perché l’azienda non sarà in grado di assicurare una regolare organizzazione del lavoro. Infatti, essendo tre i licenziamenti decisi, non sarà possibile coprire i turni di lavoro con il personale che resterà in servizio e quindi per garantire gli standard di attività richiesti, la casa di riposo dovrà fare ricorso sistematico allo straordinario. Il che dimostra la natura vessatoria dei provvedimenti adottati”.
Poiché “tutti e tre i licenziamenti – conclude la nota della Fials – riguardano donne, emerge un ulteriore vulnus e quindi chiediamo l’intervento degli organismi di tutela e garanzia delle pari opportunità per impedire questa grave discriminazione sul lavoro”