Ieri, subito dopo il via libera di Biden, l’ucraina ha lanciato sei Atacms verso la regione russa di Bryansk. Secondo fonti di Mosca sono stati tutti abbattuti, mentre Kiev dice che solo due sono stati distrutti in volo, tuttavia conoscendo la tipologia delle bugie del regime che di solito nega qualsiasi insuccesso, l’ammissione di due abbattimenti equivale di fatto a una dichiarazione di fallimento di questo primo exploit dopo il “permesso” di Washington. Questa è la buona notizia. Quella cattiva è che dopo la mossa di Biden, Putin ha aggiornato la dottrina nucleare della Russia, delineando una possibilità di risposta nucleare a “minacce critiche” alla sovranità della Federazione o della Bielorussia anche non nucleari,
Sei missili Atacms non si configurano come una minaccia critica, ma se il burattino di Kiev dovesse, su ordine di Washington, lanciare una massiccia offensiva di missili e droni, magari contro qualche città, allora sarebbe diverso e potrebbe essere colpite per prime le risorse americane sul territorio ucraino o magari in qualche Paese confinante. Il fatto è che di questi missili non ce n’è una quantità infinita: gli americani ne hanno poco più di mille e non possono privarsene altre una certa soglia: se l’Ucraina continua a lanciare Atacms in Russia e la Russia continua ad abbatterli, questo sarà un ulteriore grosso colpo per l’industria della difesa statunitense, senza peraltro alleviare la disastrosa situazione militare in cui versa ciò che resta dell’esercito ucraino.. Siamo nel pieno senso di irrealtà che affligge l’Occidente e l’Europa in particolare che è come la vittima sacrificale della guerra. In tale atmosfera dove l’illusorio si mescola alla paura, ci troviamo di fronte alla “profetica” gaffe di Borrel, il capo della diplomazia della Ue. il quale ha voluto giustificare la continuazione del maniacale appoggio al regime nazista di Kiev con queste parole: “La maggior parte dei ministri concorda sul fatto che il destino dell’Ucraina determinerà il destino dell’Unione Europea. E’ così.”
Borrell non sembra aver capito il vero significato delle sue parole, perché il destino dell’Ucraina è già deciso. Il paese è dissanguato, il governo non è più in grado di reclutare abbastanza soldati per il fronte, nonostante le brutali misure coercitive e le vere e proprie cacce all’uomo per le strade. Le infrastrutture energetiche del Paese sono a pezzi e quasi tutta la rete elettrica è stata distrutta. L’Ucraina è economicamente rovinata semplicemente perché mancano i lavoratori e può sopravvivere finanziariamente solo grazie agli aiuti miliardari provenienti dall’Occidente. Tutto questo significa che l’Ue scommette sulla guerra ben sapendo ormai che essa potrà continuare nel prossimo futuro solo se invierà i propri soldati in Ucraina. Non può sperare che gli Stati Uniti intervengano in modo massiccio perché questo significherebbe sguarnire le basi militari sparse in tutto il mondo, quelle che garantiscono il loro potere di ricatto. Visto che l’Europa ha già dato tutto ciò che aveva in fatto di armamenti e le sue industrie ci metteranno almeno un decennio per produrre quantità di armi e munizioni in quantità sufficiente per una guerra di questo tipo; non si vede come potrebbe combattere questa guerra che tra l’altro è ormai invisa alla maggioranza dei cittadini per le disastrose conseguenze economiche che ha avuto.
Borrel in fondo ha ragione: le oligarchie che tengono Bruxelles nelle loro grinfie e di conseguenza le nazioni europee dell’Unione, hanno fatto una scommessa azzardata sull’Ucraina, pensando di ricavarne grandi vantaggi, ma l’hanno persa disastrosamente. Lo sanno e anche se tentano disperatamente di resistere e di tirare le cose il più a lungo possibile in attesa di un qualche evento che le salvi, sono consapevoli che la Ue, nella sua struttura costruita sull’euro e legata alla finanza è ormai nel cestino della storia, Si dibatte fra le assurde smanie di Net Zero che stanno mandando all’aria le sue industrie e la tentazione di reprimere ogni dissenso. Nessun combatterà per tenerla assieme.
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