Mi chiedo se si possa essere così stupidi o così abietti da proporre un piano di pace che scambia i territori persi dall’Ucraina con l’adesione di ciò che resta del Paese alla Nato. Sì perché la guerra è cominciata – dopo anni di cannoneggiamenti e uccisioni di civili in Donbass – proprio perché gli Usa rifiutavano di mettere nero su bianco che l’Alleanza Atlantica non si sarebbe estesa all’Ucraina. Ora che un tale delirio venga da Zelensky, magari dopo le abbondanti sniffate che gli paghiamo noi, non stupisce affatto, ma che tutto questo venga presentato dall’informazione occidentale come un concreto piano di pace e quale dimostrazione che è Putin a volere la guerra, valica tutti i limiti della ragionevolezza e della decenza.
Il fatto è che tutti, anche i più stupidi, si sono resi conto che ormai l’Ucraina è alle corde e allora tentano di rinfocolare la guerra, permettendo l’uso di missili a raggio più lungo sul territorio russo o sollecitando, come ha fatto quella canaglia svampita di Biden, il richiamo alla leva anche dei ragazzi di 18 anni. Il problema per l’Occidente è ormai semplicemente di immagine e lo ha detto chiaramente il segretario della Nato, Rutte (nomen omen), dicendo che occorre “raggiungere un accordo che non sia favorevole ai russi, ma anche alla Cina, alla Corea del Nord e all’Iran, perché tutti staranno a guardare “. In pratica non si può permettere che l’Occidente (leggi Usa) appaia sconfitto in questa guerra per procura e dunque occorre fare di tutto per non arrivare a una pace che sia al tempo stesso un disvelamento del piano di aggressione alla Russia messo a punto da Washington e seguito pedissequamente dall’Europa anche a costo della propria rovina economica. Per non parlare poi della corruzione che ha visto politici stanziare somme enormi per il regime di Zelensky e tornare poi da Kiev con valigie piene di denaro. Cosa che ha fatto tutta la nomenclatura europea.
Così vengono lanciati, sul mero versante narrativo, piani di pace ridicoli, inconsistenti e fuori da ogni realtà militare o economica come per sondare il terreno sulle intenzioni di Mosca e della nuova amministrazione americana che tra una cinquantina di giorni prenderà le redini degli Usa. Di certo tutto questo non sfiora Mosca che ha già espresso le proprie condizioni di pace, ovvero cessione dei territori conquistati e Ucraina neutrale che è il vero punto centrale, attorno a cui ruota il conflitto, ma chiama in causa Trump e le sue supposte intenzioni di arrivare alla fine del conflitto che in questi giorni vacillano a causa del silenzio in cui si è chiuso il presidente eletto. Non vorrei peccare di pessimismo, ma l’incremento della guerra attuato da Biden e dal suo sinedrio renderà più difficili le cose. Tuttavia credo che un risultato del conflitto lo possiamo già mettere in cascina, come si diceva una volta, ovvero è ormai irreversibile: la scomparsa dell’Europa dalla scena mondiale che per gli Stati Uniti sono un bel risultato. Chiaramente la Ue non ha alcuna possibilità di spingersi in un conflitto diretto con la Russia come dimostra anche il lancio del nuovo Oreshnik che di fatto rende superfluo l’uso del nucleare su siti mirati (per esempio Ramstein o Aviano) con buona pace dei guerrafondai da divano che costituiscono la parte più spregevole del genere umano. Ma anche gli Usa sarebbero in gravissima difficoltà in una guerra aperta. Quindi al di là di qualsiasi evoluzione della situazione nelle innumerevoli possibilità che intercorrono tra una solida pace e una guerra globale, possiamo essere sicuri di una cosa: che Trump cercherà di evitare lo scontro diretto lasciando l’Europa da sola e non impegnerà gli Usa in azioni di rappresaglia anche qualora la Russia attacchi obiettivi militari sul nostro continente.
Qualche giorno fa in un post su questi temi ho proposto l’idea che non dobbiamo pensare a una terza guerra mondiale, ma alla prosecuzione di un conflitto iniziato nel 1914, grazie al quale gli Usa hanno sempre più ridotto le possibilità dell’Europa. Ora siamo all’atto finale: priva delle risorse energetiche che dall’ultimo dopoguerra hanno creato sviluppo economico, condizionata da una moneta assurda come l’euro, ora il continente è totalmente in balia degli Usa, grazie a milieu politici stupidi e corrotti. E di certo Trump non farà nulla per cambiare una situazione che è stata l’obiettivo di Washington per un secolo. Anzi ha tutto l’interesse di sbarazzarsi di un concorrente e succhiarne la linfa che rimane per rendere di nuovo grande l’America. Lascerà gli imbecilli di Strasburgo in balia dei loro colossali errori. E noi in balia delle chiacchiere di cui ci nutriamo. È vero che tutto questo è stato propiziato dagli ideologismi globalisti che Trump vuole contrastare, ma questo non basterà a salvarci. Forse è troppo tardi per evitare di avere un grande avvenire solo dietro le spalle.
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