Desolazione. Mi ritornano in mente i versi studiati al liceo: dagli atri muscosi, dai fori cadenti, senza il sospetto che questo sarebbe stato non il passato, ma il futuro. Ora che Trump sta interpretando senza scampo il post occidente, quando come soluzione di pace per i palestinesi di Gaza ne propone la deportazione in altri Paesi per poi costruire sul loro territorio un mucchio di resort per lo stupido e vacuo turismo d’oltre Atlantico, quando pretende come Brenno l’oro e il sangue altrui. cadono gli scenari di cartapesta. Ma c’è qualcosa di peggio di questo attivismo barbarico ed è la patologica rassegnazione degli europei al feroce padrone, il non saper esprimere alcuna differenza, l’essere barbari per riflesso senza che la loro masochistica inazione possa apparire come civiltà.
Tutto è consumato, falso e tarlato come un sofà di Gozzano, niente di più che una lunga bugia durata 80 anni. Finché il padrone ha mantenuto un minimo di forme, l’Europa ha costruito il suo ologramma, ma quando il declino dell’impero si è trasformato in rabbia esistenziale, non c’è più nulla che ci separa dalla cruda realtà. Lo si vede benissimo nella vicenda della Groenlandia che il pantagruel di Washington vuole annettersi per “difenderla” anche se non si sa da chi. Ma questa gigantesca isola artica appartiene alla Danimarca, ovvero a un Paese della Nato e per giunta dell’Unione europea che nei suoi statuti fondamentali ha quello della difesa comune. Eppure non si è sentito un fiato provenire da Bruxelles. Lasciamo stare che Copenaghen è completamente indifesa avendo mandato tutto ciò che aveva in Ucraina, sorvoliamo sul fatto che questo è accaduto per tutti i Paesi sotto il tallone della Nato, ma almeno un flebile no sarebbe stato opportuno per far vedere che l’Ue non è solo uno strumento dell’oligarchia neoliberista, ma esiste esiste in qualche altra dimensione. Certo tutta la vicenda ucraina è paradossale visto che un’intero continente si è privato delle proprie risorse energetiche per compiacere le mire egemoniche di un padrone che adesso pretende di essere lui a rifornire la Ue di gas, ma a prezzo quattro volte superiore a quello medio che praticava la Russia, mandando per giunta un gas di pessima qualità. Però fino alla presidenza Biden tutto questo è stato nascosto da parole d’ordine come la difesa dall’aggressione russa, democrazia, libertà, intangibilità dei confini e insomma tutto l’apparato mimetico del potere che negli ultimi 50 anni è stato giocato in maniera cinica e antitetica. Perché in Jugoslavia si è preteso che ci fosse un’autodeterminazione delle varie aree del Paese, mentre la stessa cosa è stata strenuamente negata nel caso ucraino?
È inutile cercare una spiegazione perché essa è finalmente visibile a tutti: l’ordine mondiale basato sulle regole, non esiste ed è solo un’ assurda e volgare commedia a cui l’Europa si è accodata, diventando poi la più illustre vittima. E adesso si arriva al grottesco: il continente è stato sbattuto al fronte come un fantaccino di Kiev pescato per strada dalla polizia, ma ora teme di essere abbandonato a se stesso perciò è allarmato dal ricatto di Trump di ritirare un po’ di truppe di occupazione all’Europa, cosa della quale dovremmo essere colo contenti. Ma certo hanno sbeffeggiato e poi insultato la Russia per anni, hanno prima nascosto il terrorismo che Kiev esercitava sulle popolazioni russofone, hanno ingannato Mosca con gli accordi di Minsk che – come ha poi ammesso la Merkel – servivano solo per prendere tempo e intanto armare l’Ucraina, hanno censurato le fonti informative di Mosca e non contenti hanno pure censurato la cultura russa. Adesso temono le conseguenze della loro scelleratezza alla luce della sconfitta che hanno subito.
Oggi questi burattini tremano non solo per questo, ma perché il padrone cerca soluzioni perla sua stessa salvezza, senza badare ai suoi complici e anzi esige il suo pezzo di carne in favore degli usurai di Wall Street: prima ha disarmato i reggicoda e ora impone che vengano comprate armi americane, vuole inoltre che l’industria del continente vada a remengo, o si traferisca in Usa e infine è deciso a separare la propria servitù dall’area economicamente più attiva e rilevante del pianeta. Ovviamente i burattini normalmente non tremano, ma adesso che Trump ha strappato il sipario di buone intenzioni, non sanno più come trovare una via di uscita, una qualunque giustificazione. E come se questo non bastasse il neo presidente ha cancellato con un tratto di penna il Net Zero ovvero il pilatro di argilla che sosteneva la follia di rinunciare alle risorse russe. Per non parlare dei viaggi di affari della Meloni che dopo aver svenduto lo svendibile agli americani, adesso fa viaggi di affari non nell’interesse del Paese, ma quello di aziende private o ampiamente private come l’Eni. Oserei dire privatissime visto che la creatura di Mattei paga le tasse in Olanda.
Insomma sta crollando tutto il castello di sabbia costruito per non mostrare la mancanza di autonomia e di sovranità, per nascondere sotto il tappeto sudditanza, la lotta di classe al contrario, lo strangolamento della democrazia. Così l’Europa appare come un grande Truman Show senza happy end che tuttavia nessuno ha visto e ahimè tutti hanno subito.
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