È una moneta digitale emessa dalla Banca centrale europea e si affiancherà al contante. La Commissione accende i motori al progetto curato dal futuro governatore di Bankitalia, Fabio Panetta
La Commissione europea continua a lavorare per preparare l’arrivo dell’euro digitale, la valuta digitale che, qualora adottata, sarà emessa direttamente dalla Banca centrale europea con valore stabile, affiancando il contante, con il quale potrà essere peraltro scambiata.
Chi è Fabio Panetta, prossimo governatore della Banca d’Italia e promotore dell’euro digitale
Romano, classe 1959, fa il suo ingresso in Banca d’Italia nel 1985, passando nel 2020 nel board della Banca centrale europea.
La proposta della Commissione
L’esecutivo europeo ha presentato sia una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro, per garantire che sia accettato e accessibile nell’eurozona, sia una per istituire il quadro giuridico per l’euro digitale accanto al contante. Nel caso in cui l’iter dovesse portare all’approvazione da parte di Parlamento e Consiglio europeo, sarà la Bce a scegliere se e quando emettere la moneta digitale. In ogni caso, è difficile che ciò possa verificarsi prima del 2028.
“L’euro digitale – ha spiegato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis – sarà unutile complemento ai contanti. Non si sostituirebbe ad essi, ma fornirebbe una sorta di alternativa ai mezzi di pagamento digitali. Sarebbe un modo sicuro, istantaneo e pratico di pagare. Sarà denaro della Bce, quindi denaro pubblico” e “ne dipenderà come il contante“.
“Il contante in euro e l’euro digitale – ha aggiunto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni – saranno convertibili alla pari. Dove un commerciante dovrà accettare sia il contante che l’euro digitale, il cliente avrà il diritto di scegliere con quale forma di soldi pubblici da pagare”. La moneta elettronica è privata, come ha detto Meloni?
La presidente del Consiglio ha affermato che il contante è la sola valuta legale, ma cosa significa? I sistemi di pagamento elettronici girano su infrastrutture private, ma si basano su un patto fiduciario tra cittadini, banche e Bce. L’euro digitale potrebbe risolvere tutto.
Le differenze nei pagamenti digitali
Come specifica il sito della Banca centrale europea, “fra un pagamento in contanti e un pagamento elettronico esiste una differenza fondamentale: nel primo caso si tratta di moneta della banca centrale, nel secondo di moneta emessa da privati”. Ogni giorno tutti noi utilizziamo entrambi i tipi di moneta, “ma la differenza – si legge – è importante per comprendere la necessità di un euro digitale”.
Finora siamo stati abituati a intendere come moneta pubblica solo il denaro contante emesso dalle banche centrali e quindi garantito dal settore pubblico. La moneta creata dalle banche commerciali è invece moneta privata, ed è l’oggetto dei trasferimenti effettuati con carte di debito e credito o con qualsivoglia tipo di pagamento digitale.
Qando preleviamo banconote, convertiamo moneta privata che abbiamo sul nostro conto bancario in moneta della banca centrale. Quando facciamo l’operazione opposta, depositando contanti in banca, trasformiamo moneta pubblica in moneta privata. A fungere da punto di riferimento per il sistema monetario è però sempre la moneta pubblica, il motivo per cui i cittadini possono fidarsi del valore della moneta emessa dalle banche: un pagamento digitale viene accettato solo perché chi lo riceve sa che l’importo potrà essere convertito nel medesimo ammontare di moneta pubblica.
L’ambizione della Bce è quindi quella di “coniugare – si legge sul sito dell’istituto – i benefici della moneta della banca centrale con le modalità di pagamento e utilizzo della moneta dei cittadini di oggi. In questo modo potremmoaffiancare al contante moneta pubblica in forma elettronica. A questo fine serve una valuta digitale della banca centrale: l’euro digitale. Come quando spendi il denaro depositato sul tuo conto bancario, potresti utilizzare una carta o un’app telefonica anche per pagare con l’euro digitale. Sarebbe tuttavia moneta della banca centrale, sicura e garantita dalla Bce”. La strada dell’euro digitale è ancora lunga
Nell’ottobre 2023 si deciderà se procedere o meno con la valuta digitale emessa dalla Banca centrale europea, ma la strada è ancora lunga e le incognite parecchie.
Il futuro dei pagamenti
“In un’ottica di fluidificazione dei processi legati ai pagamenti”, ha affermato il presidente del consorzio Netcomm Roberto Liscia, “l’euro digitale potrà davvero costituire un’innovazione con enorme potenziale per la sua sicurezza e garanzia implicita già a livello progettuale, fattori che favoriranno una maggiore circolazione delle merci in Europa. La vera sfida sarà l’adozione di massa, che potrebbe realizzarsi in 5 anni: i tempi e il successo del progetto dipenderanno molto dagli sforzi congiunti e dagli investimenti degli operatori del settore”.
Proprio i dati pubblicati in una nota pubblicata dal consorzio del commercio digitale italiano lasciano immaginare che i consumatori italiani accoglierebbero con entusiasmo l’euro digitale. Se cinque anni fa il 55% degli acquisti in negozio era effettuato con i contanti, oggi la percentuale è scesa infatti al 33%. Quota che si abbassa al 2,5% nel caso degli acquisti online, nei quali a farla da padroni sono i portafogli digitali (35,5%) su carte di credito (26%) e prepagate (24%). Un’impennata l’hanno fatta rilevare gli acquisti da smartphone: su 100 operazioni online, più della metà nel 2023 sono state originate da un dispositivo mobile.
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