Il tempo è tiranno, il 21 e il 22 aprile ormai sono alle porte, è necessario recuperare il tempo perduto a stretto giro di posta, per indurre alla ragionevolezza quanti si ritengono di far parte dello schieramento democratico e progressista e che hanno seriamente a cuore le sorti della Basilicata. Ma soprattutto, che hanno la volontà di tirarla fuori dalla palude in cui il Centrodestra, imperdonabilmente l’ha fatta inabissare. Evitare atteggiamenti divisivi, bandendo i sentimenti deleteri, maturati nel corso di questi mesi di estenuanti confronti o pseudo tali, fra i protagonisti che si richiamano ai valori del Centrosinistra. È necessario far prevalere le ragioni alte della politica e gl’interessi generali del Popolo lucano, come è stata capace la classe dirigente del Centrosinistra, che nel recente passato, seppe elevare il confronto politico in un clima di unità, coniugando gl’interessi e le aspettative programmatiche delle singole forze in campo, nel quadro delle priorità necessarie per lo sviluppo della Basilicata e per il soddisfacimento dei bisogni del suo Popolo. (Lo posso affermare con cognizione di causa, essendo stato tra i protagonisti) Trarre i giusti insegnamenti di quelle stagioni politiche ed amministrative e correggere gli errori, che pure non vanno sottaciuti, è un dovere di chi oggi si erge a nuova classe dirigente e di chi ne fu protagonista in passato, ponendosi al servizio di una causa che non può essere ostacolata da ambizioni personali o da calcoli di parte, dannosi, per la vittoria elettorale. Le forze democratiche e progressiste devono dare un segnale vero di cambiamento, per risollevare la Basilicata da quel declino operato dal Presidente Bardi e dalla sua maggioranza di Centrodestra. È doveroso costruire un’alternativa credibile, che sappia recuperare, le migliori energie poste ai margini della politica e l’enorme “partito” degli astensionisti, promuovendo partecipazione e confronto dal basso, esattamente come ha saputo fare da oltre un anno a questa parte il movimento civico del laicato cattolico, proseguendo in maniera lodevole con Angelo Chiorazzo, subito dopo la sua indicazione a candidato Presidente della Regione. Un metodo di lavoro che non deve essere finalizzato solo alla campagna elettorale e limitarsi all’auspicabile vittoria. La presenza nei territori e fra la gente, dovrà proseguire ed intensificarsi nella fase di governo, per ascoltare le loro esigenze e rendere protagonista il popolo amministrato, questo, fra l’altro, dovrà essere il compito nobile delle formazioni politiche che si accingono a costruire e sostenere il progetto di rinascita della nostra Regione con il candidato Presidente Angelo Chiorazzo. Semplicità, chiarezza, umiltà, saggezza e disponibilità all’ascolto, sono queste, alcune doti che ho potuto apprezzare di Angelo Chiorazzo nell’approccio al confronto con i potenziali alleati e nel corso del suo tour preelettorale nei territori, ponendo al centro i problemi reali dei lucani, senza nessuna vena populista né demagogica, caratterizzante, ahimè, gran parte del personale politico educato alla scuola berlusconiana della personalizzazione della politica. I temi sviscerati nei suoi incontri, da Potenza a Senise, da Matera a Melfi, hanno rappresentato, dal mio punto di vista, le priorità di un programma più ampio, che vede nel documento, “Segni di Speranza, Costruttori di Futuro”, elaborato dalla “Consulta Regionale Aggregazioni Laicali” di Basilicata, una traccia condivisibile, per un programma di più ampio respiro da condividere con le altre forze della costituente coalizione democratica e progressista, per vincere le prossime elezioni. Aver messo fra le priorità del suo impegno istituzionale la centralità del lavoro, a partire dalle criticità dell’industria dell’auto e dell’indotto, nella Piana di San Nicola di Melfi, rappresenta una seria vicinanza a quella “giovane” classe operaia, che rischia di essere espulsa dai processi produttivi imposti dalla multinazionale Stellantis. Inoltre, non è cosa di poco conto, sancire tra le priorità il risanamento della Sanità Pubblica sia dal punto di vista economico finanziario, che dell’efficienza e la qualità dei servizi. Ritenere poi, prioritario un diverso rapporto con le compagnie petrolifere sia in tema risanamento e sicurezza ambientale, che di gestione del territorio e delle Royalti con una diversa logica di utilizzo a fini produttivi, lascia ben sperare sulle ricadute non solo occupazionali, ma anche di salvaguardia ambientale, anche in direzione della cosiddetta transizione ecologica. Idem, la priorità per riportare negli alvei regionali la gestione dell’acqua, svenduta dal Centrodestra. Insomma il tempo è scaduto, ora il confronto deve essere serrato sul programma e sulle candidature qualificate e credibili, per chiudere il cerchio senza indugi e condurre unitariamente la battaglia elettorale, per la vittoria, che non è del tutto scontata. Dopo la Sardegna, il Popolo lucano, può e deve mandare a casa il Centrodestra, per il bene della Basilicata e per lanciare un segnale forte al resto del Paese, che il Centrosinistra con le altre forze democratiche e progressiste, possono tornare a vincere, per sventare il processo neo autoritario disegnato dalla destra al Governo del Paese.
Gennaro Giansanti
già Assessore alla Provincia di potenza