Di Pasquale Cicalese
Questa notte Paolo Azzaroni, uno dei maggiori protagonisti delle lotte degli anni Settanta, mi ha mandato una mail con considerazioni sul mio libro “50 anni di guerra al salario”.
Le pubblicizzo, su sua autorizzazione, per aprire un dibattito.
Eccole:
“Ho appena finito di leggere « 50 anni di guerra al salario » ed ecco cosa ne penso.
In questa fase di grande confusione, assistiamo probabilmente alla fine di un ciclo lungo (iniziato intorno alla metà anni settanta) e all’inizio di qualche cosa difficile da definire con precisione. Già da qualche anno più commentatori (anche sull’Antidiplomatico, su Contropiano e altrove si sono posti la questione : e dopo il neoliberismo ?)
Il mondo multipolare che sia costituito dal il Sud globale o dall’emergenza dell’EuroAsia non può essere definito il nuovo Socialismo. Ma lo erano i paesi non allineati e il blocco antiimperialista ? Alcuni in parte si, altri sulla strada e altri ancora niente affatto. E pertanto quante manifestazioni contro la guerra in Vietnam !! E nel mondo intero….
Credo che quello che sta succedendo ora sia in parte il ritorno di quelle rivendicazioni che si stanno rialzando, in altre forme e contenuti dopo la sconfitta (parziale) degli anni 90.
Il Capitale ha distrutto una grande parte dell’accumulazione fordista organizzata negli stati nazionali e fortemente gerarchizzata dall’Anglosfera e dall’UE. L’accumulazione del trentennio glorioso (come dicono in Francia) non riusciva più a valorizzarsi.
Tre i motivi principali :
1) Le lotte operaie (in Francia si diceva : « Quando Renault starnuta tutto il paese si becca l’influenza ») portavano verso un processo di emancipazione inarrestabile (grande ed esagerata era la paura dell’avvento del socialismo nella buona borghesia post bellica…
2) La caduta irreversibile del saggio di profitto ha interrotto la valorizzazione dei « mercati » troppo numerosi e poco concentrati. Nasce e si sviluppa il concetto di smantellamento delle grandi imprese pubbliche e private, della ristrutturazione e concentrazione in poche mani. (da notare che il mestiere di Macron prima di diventare presidente è proprio questo e continua a esercitarlo a tempo pieno anche oggi, vendendo a prezzi stracciati ai monopoli internazionali quel poco che resta della Francia Industriale) Si cerca di accaparrare il piu’ possibile di massa di profitto prodotto da molti per favorire la realizzazione profittevole a pochi monopoli. Nasce il concetto di « trasferimento di valore ». In altre parole si impone la decrescita industriale ( per evitare i processi descritti al punto 1 e per evitare le crisi di surproduzione e si trasferscono i profitti prodotti verso un gruppo di imprese dominanti con metodi che di ortodosso hanno ben poco. Certo una parte di profitti non sara mai realizzata, ma come gli operatori diminuiscono la ricchezza dei pochi aumenta a dismisura. Il passaggio successivo sarà, sempre in chiave di decrescita, l’investimento di questi profitti in valori puramente finanziari creando sempre piu un ‘economia di rendita. In Francia si dice « Economie d’Ancien Régime) »
Per molti Intellettuali Post Marxisti questa decrescita accoppiata alle tecnologie del sapere hanno provocato la scomparsa della legge marxiana del « valore ». In realtà quello che succede è che con la decrescita industriale il plusvalore (mondiale) realizzato è trasferito nelle tasche di pochi monopoli e in seguito investito in asset finanziari che producono rendita. E la rendita non produce né plusvalore né ricchezza. Ma li ruba.
3 ) Le nuove tecnologie del sapere ( Big Data, Big pharma, IA…) garantiscono il controllo delle produzioni mondiali , il volume di queste produzioni, il plusvalore realizzato (profitto) e il suo cammino verso il mercato creando flussi di denaro (normalmente dollari) …gli operatori globali sono i veri beneficiari della ricchezza prodotta da noi tutti. Quando questi profitti saranno investiti negli asset finaziari i veri padroni diventano le grandi banche mondiali e i fondi d’investimento, detti anche fondi avvoltoi…
E cosi i mercati diventano il « Mercato », la libera concorrenza svanisce e nasce il Partenariato Pubblico Privato ( si chiama cosi in Francia) oggetto misterioso ma sostenibile che piace tanto alla sinistra.
Ma c’è sempre un ma….E chiaro che la favola del grande Capitale( la fine della storia) non si è mai realizzata. I paesi produttori e in particolare la Cina concedendo per anni i suoi servigi di paese produttore al ricco occidente si è rinforzata in silenzio ed oggi la sua potenza , la sua ricchezza, il suo modello sociale è chiaramente superiore a quello dei paesi occidentali e in particolare a quello degli Stati Uniti.
L’occidente globale (USA, UE e Gran Bretagna) ha accumulato immense ricchezze, ma ha abbandonato un qualsivoglia modello di sviluppo : o meglio hanno scelto di applicare il « pizzo » sul lavoro degli altri. Il dollaro ha garantito l’esproprio di una grande parte della ricchezza prodotta nel mondo intero. La forza e la corruzione gli hanno garantito decine d’anni di falsa prosperità. Ma il dollaro sta morendo…
Il ciclo aperto dalla Commissione Trilateral a metà degli anni settanta si è definitivamente concluso.
L’implosione (vedi tradimento) dell’Unione sovietica ha illuso le nostre Elites. Ha spinto il capitalismo verso la facilità, l’ha rinforzato nel suo credo inegualitario ; gli ha impedito di capire che solo una certa dose di eguaglianza poteva mantenerlo in vita.
Oggi lo 0,1% della popolazione possiede tutte le risorse disponibili in occidente, oggi lo 0,1 della popolazione decide della vita e della morte di tutti noi cittadini.
Una corte (come a Versailles !! )corrispondente al 20% lo sostiene e cerca di normativizzare ogni espressione. Nuove ideologie fondate sullo zero scientifico nascono in continuazione : riscaldamento del pianeta , tendenze pandemiche naturali, vaccini miracolosi ecc.
I nuovi preti verdi, rosa o celestini predicano senza stancarsi le glorie della nuova democrazia fondate sull’ecologia, il trionfo delle minoranze , la beatificazione dei diversi, il movimento perpetuo dei migranti ecc.
Non servirà a nulla: Il mondo è già cambiato . I paesi produttori e sovrani hanno già cominciato la lunga marcia verso l’emancipazione .
Nel mondo della produzione che verrà il rapporto di classe tra lavoro e capitale tornerà a essere centrale, oggi l’importante è scaricare la nuova nobiltà della rendita.
Nel 2014 la Nato ha programmato una guerra contro la Russia e ha sacrificato centinaia di migliaia di cittadini ucraini per soddisfare le esigenze del capitale finanziario occidentale.
Oggi mentre scrivo queste poche righe la situazione mondiale resta molto confusa e preoccupante. E’ inutile lanciarsi in dibattiti sterili e ideologici. Serve individuare e analizzare bene i fatti in modo pragmatico e preciso. Poi contestarli.
E’ per questo che il tuo libro è assolutamente Necessario.”
Paolo Azzaroni
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