Lo ha dichiarato in questi giorni Maria Zakharova, portavoce del Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che le dimissioni di Mario Draghi sono collegate alla Russia e alla situazione internazionale in generale.
In effetti, facendo una retrospettiva sul governo Draghi, l’operato del Presidente del Consiglio si è sviluppato in due fasi. Nella prima fase, il premier ha fatto di tutto per promuovere la vaccinazione di massa da covid 19, estendendola a più strati possibili della popolazione italiana, anche mediante il cd. “green pass”. Nella seconda fase, il tema fondamentale dell’azione di governo si è spostato sul sostegno all’Ucraina e sulla contrapposizione alla Russia di Putin. Mancava poco che l’Italia dichiarasse guerra alla Federazione Russa, tanto erano accesi i toni anti russi del permier. Draghi si è recato perfino in Algeria ad elemosinare un po’ di gas, per ridurre la dipendenza italiana dal gas russo.
Ora le dimissioni. Perché? Qualcosa nella strategia della “cordata” alla quale appartiene Mario Draghi non ha funzionato. Le cose dovevano andare in modo diverso. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia era prevista fin dal 2014, anno in cui la rivolta di piazza Maidan ha rimosso il governo filo russo di Viktor Yanukovich e insediato in Ucraina un governo filo occidentale. Ma, secondo i piani degli strateghi della Nato e affini, la Russia doveva impantanarsi militarmente in Ucraina.
Inoltre, le sanzioni e le altre misure finanziarie degli Usa e dell’Ue dovevano portare ad un tracollo totale della Federazione Russa, economico, politico e finanziario. Non è andata così.
Dal punto di vista militare, secondo l’Agenzia di intelligence polacca AW, questa è la novità, le forze armate ucraine hanno subito perdite irreparabili, anche nei ranghi di alti ufficiali, istruttori e mercenari stranieri. Pertanto, l’esercito ucraino non sarà in grado di mantenere la linea di difesa Slavyansk-Kramatorsk-Toretsk fino alla fine di agosto e a breve capitolerà.
Quanto poi all’effetto delle sanzioni, queste hanno danneggiato gli Usa e i paesi dell’Ue, non la Russia, con il rublo che si è perfino rafforzato sul dollaro e sull’euro. Invece, le economie e le valute dei paesi occidentali stanno subendo i colpi dell’inflazione e della crisi energetica e rischiano un crollo vertiginoso da “stagflazione” (stagnazione e inflazione insieme).
Di fronte allo scenario catastrofico, che si sta materializzando in Italia – avvitamento dell’economia, crisi energetica, crisi nelle catene di approvvigionamento alimentare, violente rivolte, etc. – Super Mario ha creduto bene di alzare i tacchi e darsela a gambe. Evidentemente il premier dimissionario italiano non vuole essere il capro espiatorio di tutti i disastri che stanno per abbattersi sul nostro sventurato paese.
Fonte: