Assistiamo a una campagna elettorale tutto sommato piatta, fortemente polarizzata, come ha denunciato il cardinale Zuppi. Molte promesse e pochi leader capaci di parlare alla gente nonostante il drammatico momento storico.
Antonio Di Matteo, presidente nazionale del Movimento cristiano lavoratori da gennaio 2021, non nasconde la propria preoccupazione.
«Monsignor Zuppi ha ragione. Abbiamo la percezione, netta, che emerge dalle testimonianze raccolte della nostra rete territoriale, che i partiti siano incapaci di cogliere le istanze dell’opinione pubblica. Tanto per essere pragmatici, i cittadini pensano al lavoro e al costo della vita. Risposte in tal senso non ne sentiamo. Che si profili un autunno difficile sembra uno slogan, ma è un’inquietante incombenza».
La classe politica italiana ormai non brilla per qualità e competenza. Colpa anche della legge elettorale?
«I partiti, che sono stati demonizzati e poi svuotati, fino a una certa epoca hanno svolto un’importante funzione sociale. Oggi sono poco più che dei comitati elettorali, lontanissimi dalla gente, che vorrebbe invece ritrovare lo spirito della partecipazione civica. La conseguenza è che nei partiti non trovano più spazio programmi per la formazione della classe dirigente. Non si spiegherebbe altrimenti quanto sia fluido il sentimento elettorale che ha portato talune forze politiche da picchi inusitati a cadute verticali. L’attuale legge elettorale non rappresenta la composita articolazione della società e i candidati il più delle volte sono del tutto sconosciuti agli elettori del collegio. Così crescono l’astensionismo e la disaffezione per la politica. Purtroppo, nemmeno questo Parlamento è stato capace di migliorare la legge».
Anche in occasione delle prossime elezioni politiche emerge l’irrilevanza dei cattolici, sparsi nei partiti di coalizioni diverse. La ragione è ricercare in una sorta di autoemarginazione oppure manca un soggetto politico dal quale farsi rappresentare?
«La prima Repubblica appartiene alla storia. I cattolici in realtà ci sono nelle istituzioni e nella società e lo dimostrano quotidianamente operando nel solco della dottrina sociale della Chiesa ispirandosi ai principi della solidarietà e della sussidiarietà. Non sappiamo se rinascerà un altro partito come la Dc, capace di portare il Paese dalle macerie della guerra all’ingresso nel G7, ma fino a quel momento i cattolici continueranno a fare la loro parte. Purtroppo è rimasto inascoltato l’appello di Papa Benedetto quando nel 2008 esortò i cattolici a evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica che necessitava di una nuova generazione di laici cristiani capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile».
Secondo monsignor Galantino, segretario generale della Cei, la Chiesa italiana non è né silente, ma è attenta a non prestare il fianco ad alcuna strumentalizzazione in tempo di campagna elettorale. Un fatto nuovo considerando decenni di influenza del Vaticano sulle vicende politiche. Come valuta questa posizione?
«Per anni il ruolo della Chiesa in Italia è stato qui equivocato, se non, appunto, strumentalizzato. Il Vaticano eminenza grigia del Paese era il comune sentire di una certa vulgata. In realtà la Chiesa fa politica, se così vogliamo dire, attraverso l’organizzazione capillare delle associazioni cattoliche nelle città, nei paesini e nelle periferie disperate spesso colmando l’assenza delle istituzioni. La posizione di monsignor Galantino è corretta perché stiamo vivendo una fase molto delicata».
Presidente Di Matteo, siete reduci dagli incontri al “Cortile di Francesco” di Assisi, che quest’anno avevano l’impegnativo tema “Eterno e il tempo presente”. Quale messaggio è emerso alla conclusione dei lavori?
«Per noi è stato un vero pellegrinaggio per recuperare la spiritualità di Assisi durante il quale, insieme ai vertici della Chiesa italiana, abbiamo pregato affinché torni la pace in tutti gli scenari devastati dalla guerra. Il Movimento cristiano lavoratori è un’organizzazione cattolica, sociale e popolare che testimonia il Vangelo ogni giorno stando vicino alla gente, soprattutto i più deboli. Abbiamo vissuto momenti significativi che testimonieremo in occasione della festa per i cinquant’anni del movimento il prossimo 8 dicembre».
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