L’età dell’oro sta finendo per gli Usa e ancor più per il resto dell’occidente. A dare il colpo di grazia sono state le sanzioni inflitte alla Russia che invece di metterla in ginocchio hanno accelerato un processo di fuga dal dollaro già in atto nell’ultimo decennio : basti pensare che ancora nel 2001 la quota del biglietto verde nelle valute di riserva globali ufficiali è passata da circa il 73% nel 2001 a circa il 55% nel 2021. Ed è crollato al 47 % l’anno scorso, quando i soldi rapinati a Mosca hanno fatto capire anche ai più restii che le riserve in dollari possono svanire da un momento all’altro se non si ubbidisce agli ordini di Washington e dunque non sono riserve, bensì armi di ricatto, cavalli di troia. Si tratta di un declino di cui in gran parte sfuggito agli analisti che non sono riusciti a rilevare questo grande cambiamento perché calcolano il valore nominale delle partecipazioni in dollari delle banche centrali del mondo senza considerare le variazioni del prezzo della divisa americana Prendendo in esame le variazioni di prezzo si può calcolare come viene fatto sul financial Times , che il dollaro abbia ha perso circa l’11% della sua quota di mercato dal 2016 ad oggi e il doppio e il doppio dal 2008, mettendo in luce un accelerazione del processo. La tabella qui sotto esplica molto bene la quantità di riserve per le maggiori divise mondiali:
Non sappiamo se avendo lucidamente presenti questi Wasghington avrebbe commesso il catastrofico errore di provocare il conflitto in Ucraina, ma sta di fatto che proprio esso è stato il punto di scolta decisivo e così come si legge sempre su FT: “ mentre il Sud del mondo non è in grado di evitare totalmente di utilizzare il dollaro, gran parte di esso è già diventato riluttante a farlo”. Il che in un certo senso è ancora più grave come sintomo di allontanamento economico e psicologico da li Usa. E poi, come dice Soros , il sud del mondo è ancorato al dollaro come valuta internazionale anche perché p molto difficile superare i forti effetti di rete che sono stati alla base dello status di valuta internazionale del biglietto verde. Ora però sia Russia che la Cina sono in grado di proporre loro reti autonome per cui anche quest difficoltà stanno venendo meno.
Naturalmente in Usa e nel mondo anglosassone in genere c’è una significativa resistenza ad accettare questo tramonto dell’era del dollaro anche perché c’è una resistenza ancora più forte a riconoscere che il ruolo della valuta americana non è più un sorretto da un sottostante di supremazia economica reale planetaria bensì stata difeso con la guerra, la violenza e l’apporto di un gigantesco apparto militare che si è riversato contro i disubbidienti a cominciare dall’Iraq di Saddam. Ma oggi quello adesso apparato militare è impantanato in Ucraina, non ha il coraggio di scendere direttamente in campo, si nasconde dietro gli scudi umani offerto da un regime nazista e ha visto i russi frantumare due interi eserciti costati da soli due volte l’intero bilancio annuale per la difesa del governo di Mosca, mentre parecchie delle armi miracolose della Nato si sono rivelate mediocri: dopo tanti anni il mondo si può mettere in libera uscita dal dollaro-il cui declino finirà che poi trascinare nell’abisso l’Euro se non ci affretta a tirarsene fuori per tempo. ,
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