In quest’ultimo periodo, la stampa regionale ha riacceso il dibattito sui rischi concreti, mai sventati, che l’Irccs-Crob affondi nella palude, tanto per l’incapacità manageriale del suo massimo organo di direzione con in testa il D.G. di Martino, quanto per quella degli apprendisti stregoni che governano la Regione Basilicata. Questi ultimi, non solo stanno mettendo a rischio la tenuta dell’Irccs, ma insieme anche quella dell’intero sistema sanitario regionale, per la loro visione miope e la scarsa lungimiranza nella programmazione e nella pianificazione (se mai c’è l’avessero!) degl’investimenti e delle priorità degl’interventi, capaci di rilanciare uno dei settori strategici dell’economia in difesa della salute dei lucani. Un periodo di fuochi incrociati, che ricordano le tante battaglie, conosciute nella travagliata storia dell’Irccs-Crob, fortunatamente superate con successo, come mi auguro avvenga anche questa volta. Sono fiducioso perché a differenza del passato, a difendere l’Irccs-Crob sono direttamente i pazienti con i loro famigliari e le loro associazioni, che oltre alle denunce per i disservizi, i disagi e in taluni casi anche della scarsa o mancata assistenza, causata dalla cattiva gestione, esaltano anche la professionalità e la qualità del personale, spesso costretto ad operare sotto stress con turni massacranti, ma, comunque, sempre dediti al dovere e alla cura del paziente. Infatti, ho trovato lodevole il coraggio di Mina Mastronardi, Presidente dell’Associazione AGATA – volontari contro il cancro – di MARCONIA, che ha denunciato la carenza di anestesisti al Crob e la sospensione delle attività chirurgiche, meritevole insieme alla Fials e ai penta stellati di aver animato un dibattito politico e sindacale che non può ridursi a dichiarazioni di facciata a mezzo stampa o a decisioni pasticciate che affrontino l’emergenza, senza aggredire gli aspetti nodali della vicenda Irccs-Crob, che attengono le questioni strutturali, il suo potenziamento tecnologico e se ancora ce ne fosse bisogno, la riaffermazione del suo ruolo, continuamente messo in discussione. Il Presidente Bardi in più circostanze ha esaltato l’eccellenza dell’Irccs-Crob, dichiarando il suo impegno a sostegno di una struttura strategica per la sanità lucana, intanto, fu proprio il suo ex Assessore alla Sanità Leone ad accusare lui e il D.G. di Martino sulla gestione allegra del Crob. A proposito, poi, dello stop agl’interventi chirurgici, negli ultimi giorni ha dichiarato che è stato l’ultimo di una serie di errori gestionali negli ultimi mesi, perciò, ha annunciato di procedere ad un cambiamento radicale. Meglio tardi che mai!. Insomma, pur sapendo, si è prestato a far incancrenire i problemi. Ora che il Crob viene fotografato in uno stato comatoso, tutti, responsabili e corresponsabili, ipocritamente si stringono al suo capezzale per risuscitarlo. Basta propaganda, ognuno, per le proprie responsabilità, a partire dal Generale della ciurma che governa la Regione, agisca senza indugi con chiarezza e serietà, prima che sia troppo tardi; tutti, attori principali e comparse, prendano atto che ciò che è accaduto all’Irccs-Crob è di una gravità inaudita, che nessuno può tirarsi fuori. E’ necessario porre subito rimedio, per recuperare il danno d’immagine e ripristinare tutto quanto necessita per rilanciare uno dei pilastri della sanità lucana. A proposito, poi, dei ringraziamenti al San Carlo, per il “prestito” degli anestesisti al Crob, e all’Assessore alla Sanità Fanelli, per il suo intervento celere, dico al Generale Bardi che c’è poco da ringraziare, rammento che il S. Carlo è parte integrante della cosiddetta Rete Oncologica e l’Assessore ha solo svolto il proprio lavoro per il quale è pagato. Anzi, l’Assessore Fanelli visitò il Crob dopo la sua recente nomina, come mai non ha avvertito i disagi dei pazienti e del personale? Come mai non si è fatto fare il quadro delle criticità? O forse, la sua, è stata una visita da turista?, e non da Responsabile della Sanità regionale?. Comunque, tamponare con gli anestesisti del S. Carlo, non significa aver risolto il problema dell’Irccs-Crob, la strada per il suo rilancio è più erta di quanto si pensi, perciò, l’appello a tutto il Consiglio Regionale, ai Sindaci e a tutti i consigli comunali affinché si levi un movimento di sdegno e protesta, a tutela del Crob e del diritto alle migliori cure per ogni lucano malato di cancro – lanciato – Da pazienti, Associazione Agata e da persone libere che credono, che hanno scelto e continuano a scegliere il CROB, va sostenuto con forza. Aggiungo, sdegno e protesta si levi in primo luogo da parte del personale medico, paramedico, tecnico ed amministrativo dell’Irccs-Crob, per difendere il proprio lavoro, la propria Azienda ed in primis i pazienti. Si attivino le OO.SS. aziendali, la Conferenza dei Sindaci dei comuni del Vulture Melfese Alto Bradano, per la difesa dell’Irccs-Crob da un lato, ma, per una vertenza più generale per la difesa ed il potenziamento degli ospedali di Melfi, Venosa e delle altre strutture sanitarie territoriali. Il Sindaco di Rionero, fuori da ogni logica di campanile, faccia sentire la propria voce, si renda promotore di una mobilitazione di popolo che investa l’intero territorio regionale, perché, come affermava il Padre Fondatore dell’Irccs-Crob, Fernando Schettini, (in un Convegno del Lions Club 17.3.’95) …“l’Oncologico, fra l’altro è un grande fatto di cultura, di economia per la regione, e anche per la Città di Rionero – poi rammaricato aggiungeva – che ha visto questo ospedale sempre come un corpo estraneo nel suo territorio, che poco ha amato e nessuno ha fatto qualcosa perché lo amassero”. Mi auguro che il Sindaco Mario Di Nitto faccia scattare un pizzico di orgoglio e recuperi la critica di Schettini all’allora classe dirigente di Rionero in Vulture.
Gennaro Giansanti
Già Dipendente Irccs-Crob