“Gli elettori lucani, riflettano, prima che sia troppo tardi, nel rendersi complici di danni irreparabili per la loro terra… non si facciano abbindolare dal linguaggio rude, xenofobo, razzista e talvolta ammaliante dell’uomo venuto dal Nord, Matteo Salvini”. Questo fu l’appello alla vigilia delle elezioni regionali del 24 marzo 2019, pronunciandomi a mezzo stampa sul clima elettorale e sulla stanzialità in terra lucana dell’animale della propaganda populista, e degli altri leader del Centro-Destra, che inneggiavano al “cambiamento”, galvanizzando gli apprendisti stregoni del nuovo corso e ammaliando, purtroppo, gran parte dell’elettorato sull’idea del nuovismo e del cambiamento fine a se stesso. Ripetevano a squarciagola “continueremo a marcare la nostra presenza e a dare il nostro costante sostegno, (chi li ha più visti?!…) per risollevare la Basilicata dal torpore che si è cacciata e dal mal governo che l’assilla da decenni”. Parole al vento! – solo propaganda! – ignari dei reali problemi della nostra terra e delle reali capacità di promuovere il paventato “cambiamento”, da parte degli apprendisti stregoni al loro seguito. Infatti, lo spettacolo tragicomico, offerto dal “dibattito” del 15 u.s. in Consiglio regionale, dove si è consumato uno scontro feroce tra il presidente Bardi e l’Assessore Leone con accuse reciproche di incapacità e abusi di potere consumatesi nel corso di questa legislatura, attesta che in questi tre anni la Basilicata è stata governata da dilettanti allo sbaraglio, assetati di potere e di poltrone. Altro che “cambiamento”! in solo tre anni il Centro-Destra ha saputo rappresentare il peggio del peggio di quanto recriminato ai loro avversari del Centro-Sinistra nel corso della battaglia elettorale del 2019. Oramai, come si suol dire, il pupazzo, nelle mani di infantili dilettanti si è infranto, il gioco si è fatto duro, lo scontro nel Centro-Destra, stando alle cronache di questi giorni, è destinato ad acuirsi e lo strappo difficilmente ricucibile. Perciò, prima che si producano ulteriori danni, per il bene della Basilicata, si dia la parola agli elettori, nella speranza, che alla luce dei fatti che si sono consumati in Consiglio regionale e del mal governo denunciato dall’Assessore Leone, con la conseguente spaccatura del Centro-Destra, sappiano fare ammenda per la fiducia concessa a chi non si è rivelato all’altezza del proprio compito istituzionale, per un’alternativa di Centro-Sinistra e scegliendo uomini e donne capaci di rappresentare degnamente il popolo lucano. Non mi addentro nei dettagli di questa crisi politica ed amministrativa, ampiamente emersi nelle cronache di questi giorni, a me preme solo sottolineare che gli stravolgimenti dei regolamenti, degli assetti strutturali dell’Ente Regione e di quelli degli Enti di sottogoverno, compreso gli organigrammi, hanno subito una logica ed una impostazione di tipo militaresco. Ciò era inevitabile, visto la formazione e la provenienza del Generale Bardi, che evidentemente ha confuso la Regione con una caserma e l’arte di amministrare la cosa pubblica attraverso il faticoso esercizio della democrazia con il criterio dell’uomo solo al comando. Comunque, si dia la parola agli elettori, ma soprattutto, il Centro-Sinistra sappia celermente ricompattarsi ed organizzarsi per essere pronto alla sfida elettorale con un efficace programma comune, accompagnato da una severa autocritica degli errori del passato e sull’incapacità del presente di promuovere partecipazione e confronto sui temi che attanagliano la nostra Regione. Sui temi che reclamano i territori, piccoli o grandi che siano, sulle grandi scelte strategiche per lo sviluppo e l’occupazione, si promuova una campagna di partecipazione di massa con assemblee pubbliche convegni e seminari, per raccogliere idee e proposte utili, e dare, a partire da ciò, un segnale reale di cambiamento politico prima, ed amministrativo poi. Il cambiamento, si costruisce dalla base, promuovendo la partecipazione attiva delle masse in tutte le fasi della vita amministrativa, per preparare l’elettorato a scelte consapevoli, a costruire dal basso le classi dirigenti, non improvvisando candidature di illustri sconosciuti impreparati e staccati dal popolo; costruire presidi permanenti di partecipazione e bandire la pratica della istituzione dei cosiddetti Comitati elettorali, che poi, si sciolgono come neve al sole all’indomani dei risultati elettorali. Questo metodo dell’agire delle forze politiche va recuperato per vincere le difficili sfide che attendono la Basilicata, ad esempio, i grandi temi che attengono lo sviluppo ed il futuro della Regione, non possono essere solo prerogativa dell’élite regionale. Purtroppo è da tempo che il Centro Sinistra, la Sinistra in particolare ha abdicato a questo compito ed è ora di invertire la tendenza, per recuperare la propria identità e la credibilità perduta.
Gennaro Giansanti
Già Assessore alla Provincia di Potenza