di Americo Mascarucci

Non si placano le polemiche sul caso-Cospito che hanno finito per diventare un caso politico e una grana per il governo, soprattutto dopo le accuse lanciate dal meloniano Giovanni Donzelli all’indirizzo del Pd. E adesso anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, altro fedelissimo della premier Meloni, è finito nel mirino accusato di aver passato al collega di partito informazioni riservate sui contatti in carcere fra l’anarchico in sciopero della fame e i mafiosi per ottenere l’abolizione del 41 bis. Sulla vicenda abbiamo intervistato il filosofo Paolo Becchi che da diverse settimane, insieme all’avvocato Giuseppe Palma, sta conducendo una battaglia in favore di Cospito.

Perché ha preso a cuore questo caso?

“Premetto che non ho nessuna simpatia per Alfredo Cospito, si tratta di una battaglia di principio. Con Palma abbiamo sollevato la questione ben prima che scoppiasse la polemica, perché è da tempo che le condizioni di salute di Cospito sono molto serie. E’ da più di cento giorni che è in sciopero della fame. Abbiamo scritto diversi articoli, pubblicati soprattutto sul blog di Nicola Porro, ma nessuno ci ha ascoltati. Avevamo messo in guardia in tempi non sospetti il governo dal rischio di scivolare su una buccia di banana, e alla fine quello che temevamo e denunciavamo si è concretizzato”.

Pensa anche lei che il governo abbia imboccato un vicolo cieco?

“Penso proprio di sì, si sono fatti trascinare in una situazione molto difficile da gestire che ora li vede in grosse difficoltà”.

Pensa che il governo farebbe bene a cedere e a revocare il carcere duro all’anarchico?

“Ripeto, non ho nessuna simpatia per Cospito e non nego che abbia commesso delle azioni molto gravi. Ma si tratta di azioni politiche, non di mafia. Ciò non toglie nulla alla gravità dei reati, ma va fatta senza dubbio una proporzione fra l’entità dei reati e la pena”.

Ha gambizzato l’amministratore delegato dell’Ansaldo e ha tentato di far esplodere una caserma rischiando di compiere una strage. Non sono abbastanza gravi reati di questo tipo?

“Assolutamente sì, e non sto qui a negarlo. E’ ovvio che la bomba nella caserma era stata messa per fare del male e non a scopo dimostrativo, poi per fortuna nessuno ci ha rimesso la vita. Quindi per quanto grave possa essere il gesto non si processano le intenzioni ma il fatto avvenuto. Quanto alla gambizzazione dell’amministratore dell’Ansaldo, sembra una cosa fuori dal tempo visto che queste azioni le compivano i brigatisti rossi negli anni settanta e ottanta. Ma gambizzare una persona, che resta un fatto comunque di inaudita gravità, non vuol dire volerla uccidere, altrimenti forse non avrebbe sparato alle gambe ma alla testa. Ma ciò premesso, per queste gravi azioni Cospito è stato condannato e si è beccato in tutto 30 anni di galera; considerando che non ha ucciso nessuno alla fine mi sembra una pena abbastanza dura. E’ opportuno che stia pure al 41 bis? Non mi sembra francamente che sussistano nel suo caso le condizioni per applicare misure speciali pensate negli anni del terrorismo brigatista o dello stragismo mafioso, Non mi pare che dietro Cospito ci sia un’organizzazione terroristica così potente da mettere in pericolo la sicurezza dello Stato”.

A questo punto può però il governo revocare il carcere duro a Cospito dando l’impressione di aver ceduto al ricatto?

“Il ministro Nordio aveva tutto il tempo per intervenire e non lo ha fatto, è chiaro che se lo facesse oggi passerebbe il messaggio di un cedimento dello Stato. Per questo dico che il governo si è fatto male da solo, perché sono tre mesi che Cospito è in sciopero della fame e da molte settimane con Palma stiamo sollecitando una soluzione. Adesso per forza di cose lo Stato deve mostrare i muscoli, ma quella che può apparire una forza è purtroppo soltanto una debolezza. Il problema a questo punto non è lo sciopero della fame, ma stabilire se doveva stare o meno al 41 bis. Questo è il problema che stiamo denunciando da tempo. Adesso ci si è lavati le mani rinviando come al solito la palla alla Corte di Cassazione alla quale si sono rivolti i legali di Cospito, ma il giudizio probabilmente non arriverà prima di due o tre mesi. Ora, se Cospito deciderà di continuare lo sciopero della fame che si inventeranno? Gli applicheranno l’alimentazione forzata? Ma anche questa sarebbe una violazione, perché con le leggi vigenti non si può obbligare una persona ad essere alimentata contro la propria volontà. Il governo ha avuto tre mesi per non trovarsi in questa situazione”.

Come giudica la polemica innescata dalle dichiarazioni di Donzelli contro il Pd?

“Donzelli mi sembra abbia agito all’insegna del peggiore dilettantismo. Divulgare informazioni riservate e utilizzarle politicamente è servito soltanto a dare ulteriormente la zappa sui piedi del governo. I parlamentari del Pd avevano tutto il diritto di andare in carcere ed incontrare Cospito, rientra nelle loro funzioni e ritengo doveroso prima ancora che legittimo, andarsi ad accerrtare delle condizioni di salute di un detenuto che da tre mesi è in sciopero della fame. Che vuole fare la destra? Dimostrare la durezza delle pene, al posto della beccariana mitezza, sulla pelle di Cospito? Ma Nordio non era un garantista liberale? Non era stato messo lì per difendere lo Stato di diritto e riformare fra le altre cose il sistema delle intercettazioni? E adesso che fanno? Utilizzano le intercettazioni contro Cospito? Io una convinzione comunque, del perché di tutta questa storia, me la sono fatta”.

Ossia?

“Non c’è più l’emergenza sanitaria e quindi non ci sono più i no vax che per mesi sono stati la causa di tutti i problemi dell’Italia. Serve quindi creare una nuova emergenza, un nuovo nemico, ed ecco arrivare gli anarchici per giunta pure alleati dei mafiosi”.

Addirittura?

“Ieri a Milano per prendere il treno non mi è bastato superare la barriera inserendo il biglietto ma ho dovuto mostrare la carta d’identità alla Polizia come se fossimo sotto attacco terroristico. Ma dove sono gli anarchici? Quelli che scendono in piazza per solidarizzare con Cospito? Ma mi sembrano gli stessi che sono scesi in piazza centinaia di altre volte e per altre mille ragioni, dove sta la novità? Non vorrei che si stia costruendo un nuovo nemico con un mix di anarchismo e mafia. Qualche matto pericoloso capace di gesti estremi ci sarà pure fra loro, ma non c’è un’organizzazione terroristica strutturata militarmente, ecco perchè la struttura diventa quella della mafia con tanto di intercettazioni che dimostrerebbero le collusioni di Cospito con i mafiosi al 41bis. Così il servizio è completo. Non si tratta più soltanto di anarchici ma di anarco mafiosi”.

Quindi si sta esagerando secondo lei?

“Se fino a ieri chi si opponeva al sistema era un no vax  da distruggere perché metteva in pericolo la salute di tutti, adesso diventa un pericoloso anarchico mafioso da prendere a manganellate e arrestare. Magari pure quelli che andranno all’esterno del Teatro Ariston a protestare per l’intervento di Zelensky al Festival, saranno classificati come anarchici. Per questo si sta difendendo il 41 bis che è una misura di emergenza assunta in un determinato momento storico, definita come emergenziale proprio perché anticostituzionale. Nel mondo c’è già un’emergenza ed è quella della guerra, ma noi dobbiamo averne una tutta nostra, evocando addirittura il rischio del passato che ritorna, il terrorismo, gli anni di piombo. Ecco a cosa serve il caso Cospito, a bollare come anarchici tutti coloro che scenderanno in piazza a protestare contro la guerra, contro l’invio delle armi all’Ucraina, contro la Nato e contro Zelensky, ma anche magari contro il caro energia, il prezzo della benzina ecc. Ieri erano tutti pericolosi no vax, no green pass, oggi saranno tutti anarco mafiosi e come tali da fermare con ogni mezzo, ieri in nome della salute, oggi in nome della sicurezza nazionale a rischio”.

Fonte:

Di BasNews

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