Mercoledì 9 febbraio in Regione, alla riunione con l’azienda convocata dall’ass. Cupparo, alla presenza dei Sindacati e dei Sindaci dell’area, si portino disponibilità e soluzioni.
“Sono stato in visita all’enorme sito produttivo, tra i lavoratori che rischiano di perdere il posto della Coopbox, per ribadire il mio impegno personale e di tutto il partito Italia Viva regionale per la vicenda e per confermare, come ho loro dichiarato, che intendo chiedere all’assessore di poter essere presente al tavolo previsto per mercoledì. Non accetteremo supinamente le decisioni unilaterali, prima di aver compreso nel dettaglio quale sia il piano industriale Gruppo Happy – che sta facendo investimenti altrove – con i dati alla mano, le motivazioni che prevedono la chiusura dello stabilimento di Ferrandina, da bloccare immediatamente ed evitare assolutamente.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Mai arrivata, sino ad oggi – prosegue Luca Braia – per nessuno la cassa integrazione nell’azienda Coopbox di Ferrandina che dal 1982 ininterrottamente produce dai 13 ai 19 milioni di pezzi al mese, con ricerca di materiali e tecnologie per vaschette in polistirolo espanso, soluzioni drenanti per l’assorbimento dei liquidi, vaschette con barriera ai gas per confezionamento in atmosfera protettiva. Di contro, dal 2006 tra le varie proprietà succedutesi, mai un investimento effettuato per ammodernare impianti e per rinnovare i processi produttivi e adeguarli alle nuove esigenze del mercato sempre più orientato all’innovazione, all’automazione e alla sostenibilità. Il Gruppo Happy – leader nel mercato del packaging per per alimenti da supermercato e per la grande distribuzione di pesce, carne, frutta, verdura, formaggi – si presenti in Regione con report analitici e possibilmente con ipotesi di rilancio dello stabilimento. Si tratta di un sito che, a parte gli impianti non all’avanguardia ma ancora capaci di produrre prodotti richiesti dal mercato, potrebbe anche essere oggetto di riconversione industriale, se la proprietà lo ritenesse più aderente alle proprie strategie. Su questo troverà sicuramente la Regione Basilicata disponibile a sostenere gli investimenti e anche la formazione se necessaria.
Mercoledì prossimo, quindi, non sia una passerella per nessuno. Regione e impresa mettano sul piatto ogni opportunità possibile e ogni progetto concreto attuabile per il futuro di questi lavoratori, dell’impianto e di tutte le famiglie coinvolte, che non sono poche per la tenuta del tessuto sociale ed economico, in tempi di crisi. L’annunciata chiusura di Coopbox a Ferrandina non riguarda solo le 40 famiglie e quelle di chi è coinvolto nell’indotto (autotrasportatori in primis) ma una intera comunità provinciale se non oltre, che lega il proprio futuro a quello dello sviluppo green di un’area industriale che dev’essere popolata di nuove iniziative, piuttosto che vedersi scippata di quelle attive, produttive ed esistenti. In tempo di investimenti, fondi europei, Pnrr, Zes, crescita economica nei comparti legati all’agroalimentare, possibili investimenti da effettuarsi su infrastrutture ferroviarie e logistica (piattaforma ortofrutta) la chiusura di questo sito produttivo presente da 40 anni sarebbe un paradosso da evitare, rispetto al quale faremo ogni sforzo possibile di carattere politico e istituzionale.”