“Chiediamo all’Assessore Cupparo ed al Presidente Bardi di sostenere ed accompagnare immediatamente l’azione in corso da parte del Sindaco di Ferrandina Carmine di Lisanti, attraverso la convocazione di un tavolo regionale e eventualmente nazionale per risolvere questo problema che investe i lavoratori della comunità. Il Sindaco Lisanti sta incontrando infatti in queste ore la proprietà della Coopbox che ha annunciato la chiusura dello stabilimento, lasciando a casa 40 dipendenti e relative famiglie senza lavoro.
Il Gruppo Happy di Cremona che dal 7 dicembre 2021 ha la nuova proprietà della Coopbox, avendo rilevato i suoi stabilimenti di Bibbiano con 130 dipendenti e Ferrandina con 40 dipendenti, non certo per mancanza di commesse, ma per una riorganizzazione aziendale che vorrebbe spostare la produzione negli altri stabilimenti di cui è proprietaria nel nord Italia e all’estero sta tenendo un comportamento puramente strumentale e pretestuoso, oltre che inadeguato per metodo e merito.”
Lo dichiara il Consigliere regionale Luca Braia, Capogruppo Italia Viva.
“E’ inaccettabile per la comunità Ferrandinese e Lucana tutta, nel mezzo di una crisi pandemica mondiale non ancora finita che 40 famiglie siano dall’oggi al domani private del lavoro.
La Basilicata non può pagare gli errori altrui, la nuova proprietà non può dichiarare unilateralmente la propria decisione prima di aver presentato un piano di rilancio e/o per il riutilizzo delle maestranze dello stabilimento Coopbox, che da oltre 20 anni opera con continuità non senza traversie, in Val Basento.
Nel 2021, grazie alla crescita dei consumi alimentari da banco, per i quali produce packaging, ha fatto registrare insieme allo stabilimento di Bibbiano, un fatturato di circa 60 milioni di euro.
Il Gruppo Happy è un polo produttivo e commerciale di livello europeo nella produzione e commercializzazione dei contenitori per alimenti, ha numerose attività con decine di stabilimenti nel mondo, ha in corso investimenti produttivi e sta acquistando nuove linee di produzione, rigenerando parallelamente quelle che operano in altri stabilimenti.
Non è certo un’azienda in crisi anche se impegnata in un piano di ristrutturazione che ha rilevato la Coopbox dopo che la stessa è stata liberata dalla sua quota di sanzione, inflitta dall’antitrust di circa 9 milioni di euro grazie al pagamento da parte della vecchia proprietà CCPL.
Va ricordato infatti che la Coopbox è finita nell’occhio del ciclone nel 2015 quando la Commissione Europea ha inflitto una multa colossale da 36,5 milioni per pratiche commerciali contrarie alla concorrenza, in particolare le società coinvolte furono la Ccpl società cooperativa, Coopbox Spa e la controllata slovacca Coopbox Eastern s.r.o.
Presidente Bardi non c’è un attimo da perdere, la Regione faccia la sua parte e, se necessario, si apra nuovamente una interlocuzione con il MISE per trovare le soluzioni più adeguate a difesa dello stabilimento, dei lavoratori e dell’economia dell’area.”