E’ di ieri la storica, clamorosa affermazione del Segretario di Stato Usa, Antony Blinken: “Le autorità ucraine sono pronte a negoziare con la Russia, per porre fine alla guerra”, che ha poi aggiunto “Se Putin mostrerà interesse, penso che gli ucraini saranno i primi ad avviare i negoziati e noi saremo al loro fianco”. L’affermazione di Blinken è certamente tendenziosa. Infatti, non è la Russia di Putin contraria al negoziato, quanto piuttosto l’Ucraina, che ha vietato il negoziato con la Russia addirittura con legge dello Stato.
Si tratta comunque di una fonte altamente qualificata dell’amministrazione Biden, per cui la dichiarazione deve essere ritenuta credibile e degna di nota. E’ la prima volta in assoluto che gli Usa fanno una dichiarazione di tal fatta. Nell’ultimo anno e mezzo di guerra tra Nato/Ucraina da una parte e Federazione Russa dall’altra, gli Usa si sono sempre opposti a qualsiasi trattativa, che ponesse fine alle ostilità.
Che cosa è cambiato? Come di consueto lo Speciale vuole vederci chiaro.
Il fatore decisivo che ha spinto l’amministrazione degli Stati Uniti ad un cambiamento di rotta così eclatante è stato l’andamento delle operazioni belliche. Va detto con chiarezza: la controffensiva ucraina che va avanti da più di tre mesi è fallita disastrosamente; l’esercito ucraino si è schiantato contro le poderose difese predisposte dai russi senza riuscire a guadagnare porzioni significative di territorio. Le perdite ucraine in questa controffensiva sono state enormi – si parla di più di settantamila uomini – come anche la perdita di armamenti. I russi hanno dimostrato di poter distruggere i carri armati occidentali, ivi compreso il britannico Challenger 2, con un solo colpo di missile anticarro kornet. L’esercito ucraino è vicino ad una debacle totale e definitiva. In questo frangente le teste pensanti di Washington hanno creduto che fosse meglio perdere la faccia avviando una trattativa di pace con la Russia, piuttosto che far subire all’Alleanza atlantica una disastrosa sconfitta militare sul campo di battaglia. Probabilmente la mediazione svolta dall’India in seno al G20 è stata molto fruttuosa, in quanto ha contribuito ad avvicinare le posizioni di Usa e Russia, prima del vertice assai distanti. Non a caso la dichiarazione finale del vertice conteneva una formula di compromesso, nella quale si condannava genericamente l’uso della forza in Ucraina senza fare nomi. E non è un caso che questa dichiarazione finale sia stata criticata proprio dal governo ucraino. Si chiarisce anche la ragione dell’improvvisa visita di Blinken a Kiev mercoledì scorso, che era quella di preparare le autorità ucraine alla prossima apertura di trattative con la Russia. L’atteggiamento gongolante del Ministro degli Esteri Lavrov al termine del G20 fa sperare che la Russia sia favorevole alla proposta di negoziato. La guerra è finita? E’ presto per dirlo, ma la faccenda prende una piega decisamente positiva.
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