La popolazione Lucana diminuisce ancora.
L’ultimo rapporto Svimez indica una perdita in Basilicata, del 10,2% negli ultimi anni.
Inoltre con un tasso di crescita tra i più bassi in Italia e il 12,7% di giovani che abbandonano prematuramente gli studi, il quadro diventa sempre più devastante.
Gli scarsi investimenti nella creazione di imprese tecnologiche e nella formazione di talenti inibiscono lo sviluppo e la regione avanza sempre di più verso il declino.
In assenza di una politica economica volta a creare valori economici, in assenza di una vera politica economica di sviluppo, di un piano di lavoro, di formazione, di cultura del lavoro e del lavoro di qualità, i giovani emigrano, lasciando la Basilicata.
A politici e esperti regionali la storia, piena di errori, ha insegnato molto poco ed è bene ricordargli che gli investimenti, si devono fare sui beni tecnici e non sulle persone.
50 anni di storia economica fallimentare non sono stati sufficienti a far comprendere qual è la programmazione economica giusta e specifica per la Basilicata.
Il depauperamento demografico lucano è una spirale negativa senza fine contro la quale oggi la Regione Basilicata potrebbe fare qualcosa, cambiare e rendere diverso
il suo destino.
Mi riferisco a un Piano di sviluppo economico REALE PROFITTANDO della straordinaria opportunità del PNRR, con scelte nette. Un piano straordinario per lo sviluppo e l’occupazione che preveda una riduzione drastica dalla pubblica amministrazione con un unico e responsabile ente programmatorio.
La politica deve SOLO occuparsi dei bisogni, SOLO analizzarne la condizione, SOLO leggere l’andamento economico e sociale di un territorio e AFFIDARE A COMPETENZE TECNICHE ESTERNE IL PIANO DI SVILUPPO.
In economia si dice che “chi racconta favole non può creare benessere socioeconomico a nessuno”.
Ci vogliono 10/15 GRANDI progetti da realizzare puntualmente e non libri dei sogni pieni di bizzarre e confuse ipotesi di sviluppo.
Prof. António ROMANO