“Il lavoro è l’obiettivo da centrare per essere realmente un diritto da tutelare. Il lavoro è una conseguenza non un presupposto, non si crea con una legge, ma le leggi, i progetti le iniziative  possono accelerare lo sviluppo puntando sulla “competitività” del sistema Basilicata che soprattutto in questo tempo si crea con “coraggio e responsabilità”. Ne sono sempre stato convinto, ancora di più ora che grandi risorse economiche, anche nella nostra regione, arriveranno nonostante l’immobilismo e l’incapacità dimostrata da questo centro destra inadeguato, che governa da tre anni.

Risorse rivenienti dalle estrazioni petrolifere che nel 2022 sono inserite in bilancio per oltre 250 milioni di euro, dal PNRR arriveranno miliardi di euro e dai fondi europei 2021/2027  e altri sostegni, a nulla serviranno senza una visione complessiva di futuro, senza un’organizzazione che si dimostri capace ed efficente nell’indirizzare ed effettuare, in tempi celeri, gli investimenti pubblici ed accompagnare quelli  privati. Il rischio è che tutto si rivelerà irrimediabilmente inutile e l’ultima partita che possiamo giocare per recuperare il divario tra noi e le altre regioni del Mezzogiorno, tra Sud e Nord, sarà irrimediabilmente persa. Come Italia Viva continueremo per la nostra strada e per questo abbiamo presentato proposte di legge per sostenere famiglie e imprese, utilizzare il gas per infrastrutturare le aree industrializzate e nei giorni scorsi due  leggi per incentivare e sostenere la natalità e le famiglie e anche lo smart working pubblico e privato nella nostra regione , con diversi obiettivi perseguibili, anche a breve termine. Auspichiamo che dal confronto sui temi dai noi posti si arrivi alla sua discussione e approvazione.”

Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.

“La competitività regionale – prosegue Luca Braia – passa, come dicono i sindacati,  attraverso la costruzione di un “patto sociale per lo sviluppo” tra i tre attori principali che caratterizzano il sistema regione: imprenditori,  sindacati appunto e politica “responsabile”, le cui rappresentanze locali svolgono nella Basilicata dei 131 comuni un ruolo determinante.

Il patto deve fondarsi sulla “corresponsabilità”  con la pratica sistematica e continua del confronto leale tra le parti, decisivo per creare la consapevolezza condivisa tra cittadini, chi crea il lavoro, chi difende i lavoratori e le istituzioni che intermediano e governano i processi. Non esiste lavoro senza imprenditori e imprese. Meno sprechi e assistenza, più incentivi alle aziende che rispettano la sicurezza e ai lavoratori e che puntano su innovazione, tecnologia e formazione.

Non esistono insediamenti produttivi, anche se sostenibili ad impatto zero, o processi economici che si attivano senza una strategia di medio lungo termine. Non esistono imprenditori che investono capitali privati in contesti degradati ed antieconomici, in aree produttive senza  servizi adeguati e infrastrutture fisiche e digitali all’avanguardia.

Di fronte a una politica inconcludente e litigiosa, una burocrazia asfissiante e a  una pubblica amministrazione inefficiente e non in grado di rispondere velocemente alle istanze anche autorizzative, non si possono attivare processi produttivi. Gli imprenditori sfiduciati scappano anche se le risorse ci sono perché ci si riprenda velocemente dalla crisi: anche la Basilicata può oggi meritare interesse di chi avrà voglia e coraggio di investire. 

Bardi e le sue giunte che si avvicendano, stanno paralizzando da mesi e mesi la Basilicata. Contratti di sviluppo annunciati da 6 mesi, nessuna traccia. 200 milioni di mc di gas all’anno da 2021 grazie alle estrazioni petrolifere in Val d’Agri e di Total da trasformare in fattore competitivo per le imprese e sostenere le famiglie contro il caro energia. Le risposte per gli imprenditori delle rinnovabili sulle 300 pratiche di impianti che da oltre 2 anni aspettano la valutazione: oltre un miliardo di investimenti. Aree artigianali e industriali esistenti da rendere attrattive utilizzando il fattore energia, compreso l’idrogeno verde.

Gli accordi con le compagnie petrolifere, le filiere produttive, gli investimenti legati al PNRR. APIBAS, dopo un anno dalla sua nascita, che fine ha fatto la rivoluzione del sistema imprenditoriale di Basilicata? Sanità al collasso, enti come Acquedotto Lucano sull’orlo del default. Agricoltura e imprese attendono i sostegni promessi da mesi per gli extra costi legati alle materie prima e all’energia.

La sfiducia che si legge tra le cittadine e i cittadini lucani – conclude il Consigliere Braia in questo primo Maggio è tanta. Non c’è nulla da festeggiare nella giornata dei lavoratori se questa Basilicata, in particolare per i giovani, non si accende ancora la speranza di poter trovare un’opportunità, un lavoro per poter vivere, per non andare via e  magari poi non volere o non potere più ritornare.”

Di BasNews

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