“Con una maggioranza di centro destra sempre più litigiosa e imballata, sembra che si giochi a rincorrere il colore. Basta prendere in giro i lucani, si forniscano in anticipo dati e dossier e si condividano le risoluzioni e i provvedimenti. Dopo mesi di silenzio del Governo Bardi conditi da ‘va tutto bene, le fiammate sono sotto controllo, facciamo anche la multa’, nonostante le denunce da noi fatte insieme alle opposizioni, rimaste sempre inascoltate, dopo gli incontri blindati con Total da cui non hanno fatto mai trapelare tutti i dettagli, il ‘Generale’ e la sua truppa, tutto d’un tratto, chiedono con un comunicato stampa, a Tempa Rossa una ‘fermata generale’. Pretendiamo, chiaramente, tutte le informazioni utili a comprendere come si è pervenuti a questa richiesta non di poco conto, che diventa comunque un grande tema per la Basilicata, con tutto ciò che l’ipotesi di chiusura del centro oli comporta”. E’ quanto dichiara il capogruppo consiliare di Italia viva, Luca Braia. “Guarda caso, oggi si chiede di chiudere l’impianto – prosegue Braia – nel momento in cui come consiglieri di opposizione in maniera compatta chiediamo e otteniamo, quasi li costringiamo, una seduta straordinaria dell’assemblea regionale per discutere, con dati alla mano, dei rischi ambientali e delle criticità ormai palesi delle estrazioni della concessione Gorgoglione. E la memoria va indietro a pochi anni fa, quando con la Giunta precedente prendemmo la coraggiosa decisione di chiusura, per la prima volta nella storia, del Cova di Viggiano, alla quale però arrivammo dopo un lungo processo di condivisione con i tavoli e tutte le parti interessate, non come decisione presa dalla sera alla mattina”. “Come per la Zona Rossa in Basilicata – aggiunge Braia – il presidente Bardi prima la subisce dall’ordinanza Speranza, senza confronto e senza informare nessuno rispetto alle informazioni epidemiologiche comunicate al Governo nazionale e ai parametri che ci fanno cambiare colore e poi, sempre a 48 ore dal Consiglio straordinario di martedì, solo dopo la protesta dei sindaci davanti al Palazzo di via Anzio, annuncia di aver chiesto un incontro urgente al Cts per verificare la possibilità di assegnare colori diversi per la nostra Basilicata. E’ mai possibile – è la domanda di Braia – che si debba aspettare la protesta, la levata di scudi delle parti sociali, dei cittadini, degli amministratori, dei sindacati, o che succeda magari l’irreparabile, per arrivare con ritardo e con affanno e sempre rincorrendo i temi, a decisioni sensate, ferme, nette che riguardano tutta la nostra collettività?”. “Il Governo regionale, nel chiuso delle proprie stanze, mortificando le rappresentanze istituzionali, politiche, sindacali e datoriali – sottolinea l’esponente di Italia viva – non ha ancora compreso, purtroppo, che è necessario ascoltare, conoscere e comprendere, ma anche e soprattutto, agire rapidamente con gli strumenti e le prerogative proprie. Troppo comodo rimbalzare sempre al ‘Governo nazionale’ o al Covid la responsabilità e i ritardi su qualunque questione abbia impatto generale. Incomprensibile questa oramai assodata incapacità di gestire la complessità, soprattutto quando in gioco ci sono importanti e urgenti decisioni da prendere che pesano sulla salute dei cittadini (come la gestione del piano vaccinale anticovid e le macro questioni che riguardano l’intera sanità) e sulla economia sempre più fragile della comunità lucana”. “Martedì, in Consiglio – conclude Braia – gli Assessori facciano chiarezza, per le rispettive competenze, fornendo dossier approfonditi su tutto, compresa questa ipotesi di fermo delle estrazioni. E’ già sabato e, ancora una volta, non abbiamo ricevuto nessun documento, tabella, sintesi o altro da poter leggere, studiare, approfondire, per prepararci al meglio alla discussione consiliare”.