A circa 90 giorni dall’approssimarsi delle elezioni regionali, il quadro che si presenta davanti agli elettori lucani, non proietta affatto una nuova alba, un futuro radioso, per risollevare la nostra terra dalla palude in cui è stata inabissata da una “classe dirigente” miope, assetata di potere, che non guarda agli interessi generali della Regione, ma, a quelli di parte, di piccoli gruppi e delle sorti individuali dei medesimi attori responsabili dell’inabissamento. Lungi da me, fare di tutta l’erba un fascio, rischierei di essere tacciato di qualunquismo o di favorire quei luoghi comuni tipici dei fautori dell’antipolitica, tutt’altro, si tratta di guardare in faccia la realtà, e la realtà è drammaticamente densa di incognite, se non s’inverte rapidamente la tendenza, capace di recuperare il tempo perduto. L’analisi concreta della realtà della Basilicata, che tutti, nel campo largo, nel campo giusto, nell’intero arcipelago del Centro Sinistra, giudicano disastrosa, addossando, giustamente, le maggiori responsabilità al Governo uscente di Centro destra, richiede, l’assunzione di responsabilità di quella classe dirigente che ha fatto il suo tempo con risultati alquanto discutibili e cedere il passo ad una nuova classe dirigente, che sia degna di questo nome, che sappia guardare agl’interessi generali della Regione, per una Basilicata che diventi realmente il bene comune, aldilà degli slogan. Una speranza che va rinvigorita, a partire dalla necessaria partecipazione e mobilitazione, da un rinnovato protagonismo di uomini e donne della cosiddetta società civile, che sappiano appassionarsi alla politica, ripristinare la funzione ed il giusto ruolo dei partiti, per elevare la funzione della politica, quale arte nobile dell’amministrare la cosa pubblica. Sono trascorsi mesi preziosi, dove da un lato ha primeggiato una squallida propaganda della destra contro l’unico candidato in campo del Centro Sinistra, Angelo Chiorazzo, dall’altro lato, i suoi potenziali alleati si sono dilaniati in polemiche sterili senza, fra l’altro, far prevalere la sostanza delle loro parole in direzione dell’unità e della costruzione rapida di un documento programmatico condiviso, per approdare anche all’ipotesi della scelta del candidato Presidente, attraverso le primarie. Infatti, il tavolo politico, che ha visto i vari esponenti dell’ipotetico Centro Sinistra, pare che non abbia approdato ad un gran che, (speriamo bene nel prosieguo) se non a laceranti distingui, senza la capacità di saper cogliere le diversità e la necessità di costruire un’alleanza con l’obbiettivo primario di battere la Destra, per migliorare le condizioni dei lucani e porre in secondo piano gl’interessi di parte, nella consapevolezza che ciò diventa indispensabile, per poter porre in essere anche il raggiungimento di obiettivi programmatici, e non solo, caratterizzanti le singole forze in campo. In Basilicata, come nel resto del Paese, non si costruisce un’alleanza sana e duratura senza avere la capacità di discernere le insidie dell’attuale fase storica, nella quale, la destra, pur fra contraddizioni e divisioni risulta in ascesa. Quindi, le prossime elezioni regionali, rappresentano non solo, l’obiettivo di sconfiggere la destra nostrana, per i disastri prodotti dal governo Bardi, ma, dovrebbero rappresentare, fra l’altro, una inversione di tendenza per arrestare la deriva antidemocratica disegnata dalla destra al Governo del Paese. È ora di smetterla con le tarantelle e le manfrine inconcludenti, fin qui condotte, si apra una nuova danza! Suggerirei una quadriglia con movimento veloce, per chiudere il cerchio o il quadrato, figure geometriche tipiche di questo ballo tanto amato dai lucani. Metafore a parte, si faccia presto! Il tempo è in scadenza, si dimostri da parte di tutti gli attori in campo, di avere senso di responsabilità e di avere a cuore il bene del popolo lucano e le sorti della Basilicata. A quella sinistra moderata e riformista, a quella più “estremista” o “post” comunista, che ha smarrito le sue radici, in qualità di ex dirigente comunista, che nel recente passato ha dato il suo modesto contributo per il bene di questa Regione, mi permetto (se potrebbe servire) di rivolgere un accorato appello! Sappiate ritrovare le ragioni storiche della vostra funzione, basate, fra l’altro, sulla costruzione dell’unità democratica, progressista ed antifascista, nell’interesse generale della nostra Regione, proiettato in quello più generale del Paese.
Gennaro Giansanti
già Assessore alla Provincia di Potenza