Un’estate sempre più amara per la Basilicata. Le preoccupazioni legate al futuro dello stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi e dell’indotto si fanno sempre maggiori. L’incontro di qualche giorno con i sindacati e i sindaci del Vulture Melfese Alto Bradano non ha rassicurato più di tanto. A questo scenario si è aggiunta anche l’ultima analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che scatta una fotografia chiara delle condizioni economiche della Basilicata. La nostra regione è al palo per quanto riguarda le previsioni di crescita del prodotto interno lordo (fermo al 2,3%). Questo indicatore ci pone al penultimo posto in Italia; dopo di noi, infatti, troviamo solo la Calabria. Una situazione deprimente se si pensa che il Nord Italia continua a trainare la ricchezza del Paese con previsioni tutte positive – anche oltre le aspettative – per Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Insomma, la Basilicata, cresce poco e deve fare i conti con una situazione interna in cui si intrecciano problemi di varia natura (fra questi l’emigrazione continua ed una rete delle infrastrutture sottosviluppata). Il quadro delle difficoltà è acuito anche dalle indicazioni che emergono dal rapporto Svimez sull’economia e la società nel Mezzogiorno.
Come non interrogarsi, dunque, rispetto a quanto sta accadendo, nonostante il sonnacchioso, ma non più di tanto, periodo agostano? Chi ritiene inoltre che la questione delle strade sia secondaria, rispetto allo sviluppo della Basilicata, agisce con grande superficialità. Collegamenti difficili o inesistenti allontanano le comunità lucane e hanno un impatto molto negativo sull’economia locale. È un tema sul quale da sempre sono in prima linea. La questione della Strada provinciale Oraziana, che collega Venosa alla Sp 658 (Potenza-Melfi) richiede, per esempio, il massimo del pragmatismo. Una delle città più importanti della Basilicata, che in questi giorni sta registrando la presenza di migliaia di turisti, è isolata per una frana che ha interessato il tratto dell’Oraziana nei pressi di Ginestra. A molti mesi dalla chiusura al traffico nessuna indicazione precisa viene fornita. Un danno enorme per la città di Venosa, che incide anche sugli indicatori della ricchezza locale e regionale. Spero che il presidente della Provincia, Rocca Pappalardo, agisca con concretezza e sensibilità, dato che ormai la misura è colma e i motivi per alzare al cielo i calici sono sempre meno.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle