di Redazione
In relazione al recente aumento delle tariffe del servizio idrico, che la Regione Basilicata valuta come “scelta obbligata”, nonché “una situazione drammatica ereditata dal passato”… con l’obiettivo di un “efficientamento nei riguardi di AQL”, Ente “attenzionato dalla stessa Regione allo scopo del suo risanamento, “il cui fallimento avrebbe gravato ancora di più sulle spalle dei cittadini”, risulta necessario avviare alcuni approfondimenti.
Prima della pandemia, in tutta la Regione, essenzialmente però, nel Vulture, nel corso di alcuni mesi, si sono succedute decine di sospensioni idriche, con l’Ente gestore del servizio, che adduceva, in maniera un po’ inverosimile, sempre le medesime motivazioni. La motivazione che ha suscitato molti dubbi, però, risultava esser questa: “INDAGINI STRUTTURALI DA PARTE DI ACQUEDOTTO PUGLIESE, IN UNA GALLERIA IN AGRO DI RUVO DEL MONTE”. In tutta franchezza: non si riesce a capire cosa c’entri Acquedotto Pugliese con le infrastrutture lucane. Non dovrebbe essere AQL l’unico Ente titolato ad eseguire lavorazioni importanti, come le ispezioni strutturali di cui si parla?
Siamo nel 2019: Le sospensioni idriche importanti nel Vulture, ammontarono ad oltre 30. I Comuni erano sempre gli stessi, così come il numero di giorni, gli orari, anche. Porsi delle domande, e nutrire qualche scetticismo, a questo punto, credo sia lecito! Le motivazioni cambiavano, non di molto, le ultime, però, diverse dalle precedenti; come detto prima, giorni, e orari sono i medesimi. Col caldo dell’estate, una delle motivazioni era l’eccessivo consumo d’acqua: la stagione precedente al 2019 è stata una delle più piovose degli ultimi anni! Ad un certo punto, addirittura un incendio in località La Francesca di Rionero con alcuni giorni di sospensione. I disagi risultano in tali situazioni rilevanti, in special modo a causa degli orari: in casi simili (si tratta di una vasta area interessata) in altre Regioni, si lavora di notte: è davvero follia, sospendere l’erogazione dalle 14,00 alle 7,00 del mattino successivo, per tre giorni di seguito. Se prestiamo un po’ di attenzione, ci rendiamo conto dello stato delle infrastrutture: le rotture delle tubazioni sono frequenti, con enormi sprechi. Non si dubita che vi siano problematiche, però, è mai possibile che non si riesca ad avviare un iter tale da risolvere le questioni strutturali esistenti? La programmazione degli investimenti in relazione alle esigenze, dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale per un Ente. Per i disagi di cui prima, peraltro, nessuna agevolazione sulle bollette, poiché un Ente che si rispetti, per scusarsi con chi paga (l’acqua, che è un bene di tutti, costa molto, lo si ricordi) dovrebbe attuare una elementare forma di rispetto per i cittadini. Non ultimo, per quanto si sappia, né in merito alle sospensioni, né sul grave aumento delle tariffe, nessuna presa di posizione dei Comuni interessati: si rammenti, altresì, che gli stessi Comuni sono soci azionisti di tale SOCIETÀ PUBBLICA, e dovrebbero intervenire per far valere la voce di tutti i cittadini. Ricordiamo che: … “LO STATUTO DI ACQUEDOTTO LUCANO CONFERISCE AI COMUNI UN RUOLO FORTE, COME INTESO DALL’ISTITUTO DELL’AFFIDAMENTO IN HOUSE. AI SOCI, INFATTI, È GARANTITA LA POSSIBILITÀ DI ESPLETARE IL CONTROLLO SULLE ATTIVITÀ POSTE IN ESSERE DALLA SOCIETÀ…”
Adesso, invece (per restare al temi di questi giorni) oltre agli annosi disagi arrecati, anziché rivalersi nei riguardi di chi ha condotto un Ente in una situazione molto difficile, a quanto pare sull’orlo del fallimento, per risanare tale carrozzone ci si affida all’aumento delle tariffe, e, quindi, il tutto ricade sui cittadini. I quali cittadini, tra l’altro, proprio per tali gravissime azioni, dovrebbero, invece, quantomeno coalizzarsi ed avviare una “CLASS ACTION” nei riguardi dell’Ente interessato, nei limiti della legislazione italiana, chiedendo un risarcimento danni, anziché essere vessati con aumenti delle tariffe: in Basilicata, però, non esiste una società civile degna di nota, purtroppo. Di più: tale aumento tariffario, è un fatto gravissimo, che dimostra l’assenza assoluta della politica regionale, che, in tutta evidenza, non esercita nessuna azione di indirizzo e verifica (il ruolo fondamentale della politica).
Diciamola tutta: AQL è solo un carrozzone di tipo politico, a tutti i livelli, gestito in modo poco professionale. Di conseguenza, siccome, le questioni non vengono avviate a soluzione, e, visto che l’acqua è un bene pubblico, come detto innanzi, alcuni Comuni, almeno quelli ricchissimi di falde, potrebbero quantomeno avviare un percorso che miri alla gestione diretta della stessa risorsa, affrancandosi da sprechi, inefficienze e disagi: l’unico Comune degno di nota in Regione Basilicata, che ha avuto la fermezza (supportata da cultura e lungimiranza) di portare a termine tale percorso (esistente da tempo in altre Regioni) è Rotonda. Dal 2009 gestisce in proprio l’acqua, in maniera professionale, con un risparmio per i cittadini enorme: SI PAGA SOLO UN CANONE ANNUO DI €. 79,00.