La vera notizia, quella storicamente significativa, non è l’attentato a Trump, ma il fatto che tutta l’informazione di sistema almeno in Usa stia tentando in ogni modo di minimizzare la vicenda: l’America è sull’orlo dell’abisso, ma i media e i principali personaggi del partito democratico trattano l’accaduto come un non evento. Obama che molti considerano il presidente ombra o il tutore di Biden salvo che per il cambio dei pannoloni, ha detto che “non si sa bene cosa sia accaduto” quando invece è chiaro come il sole, mentre Biden in un discorso non annunciato si è rifiutato di parlare di attentato e anzi appena qualche giorno fa aveva detto: “è ora di mettere Trump al centro del mirino” come ha riportato il giornalista del New York Times Kennet Vogel. C’è davvero da chiedersi in che mondo viviamo perché appare chiaro che se non si vuole nemmeno pronunciare la parola attentato, il che in un certo senso sdogana politicamente questo tipo di azioni, significa che si è perso qualsiasi riferimento etico.
Donald Trump è stato preso di mira e un proiettile gli ha sfiorato la testa sotto gli “occhi” dalle telecamere: cosa dovrebbe accadere perché tutto questo venga inequivocabilmente considerato un tentativo di assassinio? Ciò davvero fa il paio con la totale mancanza di rispetto della democrazia che si è concretizzata con l’improvviso picco di voti per Biden alle 4 del mattino nel 2020, un evento statisticamente quasi impossibile. Forse qualcuno nella pancia del potere profondo ha pensato che se Biden è ormai perdente e non si riesce a sostituirlo, la soluzione del problema sta nell’eliminare l’avversario.
È anche allarmante che lo stesso capo delle comunicazioni del Secret Service, Anthony Guglielmi, abbia già pubblicato la sua posizione ufficiale sull’evento, che viene definito in modo quanto mai evasivo. Tanto più che il Secret service si è più volte rifiutato di rinforzare la sorveglianza dell’ex presidente oltre che nuovamente candidato alla Casa Bianca e anzi il testimone oculare che ha individuato per primo il sicario afferma di essere stato ignorato dagli agenti dei servizi segreti per parecchi minuti, tanto che egli ha potuto sparare dai cinque agli otto colpi prima di essere opportunamente ucciso. Chiaramente si tratta del solito lupo solitario aizzato e armato da chissà chi e che ha utilizzato un fucile AR 15 semiautomatico non molto preciso e spesso utilizzato nelle stragi scolastiche grazie alla sua diffusione. Stiamo vedendo il cuore di tenebra dell’America in azione. In ogni caso il comunicato di Guglielmi fa pensare che le indagini si perderanno nel dedalo della burocrazia dei servizi, per settimane e mesi, al solo fine di non dover pronunciare la parola proibita “attentato” che chiaramente potrebbe dare un ulteriore vantaggio a Trump e ribaltare tutto il celebre teatrino del 6 gennaio 2021 organizzato dai servizi (ora lo sappiamo) al fine di far fuori definitivamente lo scomodo personaggio Ma è abbastanza chiaro che ci troviamo di fronte al modus operandi della disperazione di cui è stato vittima anche il premier slovacco Fico.
Evidentemente il globalismo comincia a temere di perdere la propria partita ideologica e non trova altro modo di rimanere a galla che ricorrere ad attentati singoli e forse in futuro di massa, in stile Gladio che noi conosciamo molto bene. In fondo il tentativo di assassinio di Trump annuncia la fine di un’epoca politica a meno che non ci riprovino e ci riescano.
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