Lo scandalo che ha travolto la sanità lucana nel 2017 fatica a rimarginarsi, nonostante qualcuno cerchi di buttarlo nel dimenticatoio a tutti i costi. Nonostante le assoluzioni eccellenti, i cattivi costumi dell’esecrabile pratica della raccomandazione e le influenze esercitate dai potenti di turno rimangono come una macchia indelebile nel processo di sviluppo di questa regione.
A dicembre 2021, il Tribunale di Matera ha condannato in primo grado 6 persone. Tra queste, l’ex commissario della ASM, Piero Quinto e l’ex commissario della ASP Giovanbattista Chiarelli, condannati a 2 anni e 6 mesi. La condanna più pesante è quella a 5 anni nei confronti dell’ex dirigente amministrativa dell’ASM, Maria Benedetto, per la quale l’accusa aveva chiesto 6 anni e 6 mesi. Per quest’ultima la dirigenza ASM aveva chiesto un parere all’Anac in merito all’inconferibilità di incarichi ai sensi dell’art. 3, comma 3, d.lgs. n. 39/2013. Il parere ANAC contenuto nella delibera n. 75 del 16 febbraio 2022 non lascia spazio ad interpretazioni: anche senza condanna definitiva deve essere predisposta la sospensione dal servizio.
L’ANAC aveva dato 30 giorni come termine affinché l’ASM trasmettesse i provvedimenti conseguenti al parere. Nelle scorse settimane abbiamo trasmesso una richiesta di accesso agli atti per conoscere le azioni messe in campo dalla dirigenza ASM per adempiere alle indicazioni di ANAC ma – ad oggi – non abbiamo ricevuto nessun riscontro da parte dei vertici dell’azienda sanitaria. Nell’albo pretorio di ASM vi è la delibera 166 dello scorso 22 marzo priva di qualsiasi descrizione, ma che in oggetto fa riferimento al parere di ANAC.
Sarebbe necessario un chiarimento da parte di ASM al fine di ristabilire un minimo di trasparenza in questa vicenda e per dare esecuzione a quanto richiesto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale