Arriva in Parlamento una mozione a prima firma Pino Cabras, vice-presidente della Commissione affari esteri della Camera dei deputati, per il riconoscimento dello Stato di Palestina e i partiti non hanno più scuse.
Nella scorsa legislatura è noto come nel 2015 il Parlamento italiano avesse approvato in modo tragicomico (e similarmente a quello che è accaduto recentemente con il caso del bloqueo di Cuba) due mozioni confliggenti (una la riconosceva quasi e una no), come aveva ben denunciato all’epoca il fu Movimento 5 Stelle.
Oggi nessuno sembra intenzionato a distaccarsi in Parlamento dalle posizioni del sionismo più estremista. Unica nota positiva è la mozione depositata ieri dalla componente nata dalla scissione con il Movimento 5 Stelle, l’Alternativa C’è, che chiede formalmente al governo italiano di riconoscere lo stato palestinese e smettere di usare slogan vuoti come quelli “dei due stati” per poi all’atto pratico assumere le posizioni di Nethanyau.
Nel dibattito di ieri alla Camera prima e al Senato poi, il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio, illustrando la sua informativa urgente, ha dimostrato per l’ennesima volta di essere in totale dissonanza con le posizioni coraggiose del fu Movimento 5 Stelle, non spendendo una singola parola per denunciare il massacro del regime di Tel Aviv contro Gaza.
Non una parola per il popolo palestinese bombardato, neppure un accenno ai bambini uccisi, neanche una dichiarazione di rito.
Solo una”ferma condanna del lancio di razzi da parte di Hamas”.
“Le sue dichiarazioni, ministro Di Maio”, ha detto Pino Cabras, in sede di replica all’informativa “sono deludenti, attendiste, lontane da un dramma che invece richiede coraggio”.
Il Movimento 5 Stelle come prima forza parlamentare non dovrebbe avere difficoltà alla calendarizzazione. Ecco cadono tutte le maschere – come ha ricordato Alberto Negri in un magistrale editoriale su il Manifesto della settimana scorsa – e se il volto delle barbarie israeliane è noto, quello dei vassalletti (vecchi e nuovi) di colonia Italia è ancora più miserabile.
Agata Iacono
Sociologa, antropologa, giornalista certificata Wrep Blockchain
fonte: l’antidiplomatico – https://www.lantidiplomatico.it