La guerra, le armi e il futuro del nostro Paese oltre che dell’Europa.
Romano Prodi (in foto) a Piazzapulita è stato secco: “Armi all’Ucraina? Non avevamo alternativa, era quasi uno stato di necessità. Il problema è che non si inneschi qualcosa di più tragico”.
La questione è per lui in pratica, e detta con più precisione, che “questi aumenti di spesa si fanno solo quando si è fatta una politica estera e di difesa europea comune”. Si è detto infatti molto preoccupato del fatto che la Germania abbia enormemente aumentato il suo bilancio della difesa” “Fare prima questo e poi vedere chissà quando una politica europea comune è pericoloso. Ci allontaniamo dalla politica europea condivisa”.
Insomma uno scenario tetro.
A immaginare le ipotesi peggiori sul futuro ci ha pensato Lucio Caracciolo a Ottoemezzo, peró, che ha commentato così la notizia degli USA che hanno invitato i loro cittadini ad andare via dalla Russia: “E’ molto grave, un paese non ritira i suoi cittadini da un paese se non teme di finirci in guerra”.
Quanto alla guerra del gas dopo l’ultimatum di Putin sul pagamento in rubli la sua opinione però si è spostata a nostro favore: “La Russia ha bisogno di vendere all’Europa”. E allora? Qual è la strategia sul lungo termine? Chi ha ragione? È stato sempre Lucio Caracciolo a parlare di un conflitto che già sta andando fuori da alcune logiche geopolitiche e militari: “C’è il rischio che il campo ucraino diventi impraticabile per tutti, serve il compromesso”.
Insomma armi, rincari e rischio terza guerra mondiale?
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