Chi mi conosce lo sa bene: il principio della presunzione di innocenza è fondamentale, per non dire sacro. Ma, al netto, di questa considerazione, non posso sottrarmi dal riflettere sulla recente inchiesta della Procura di Potenza in merito alla gestione delle cave in Basilicata. Un’inchiesta che ha coinvolto alcuni dipendenti della Regione Basilicata e che getta ombre sinistre sulla gestione di un settore particolarmente delicato sotto tanti punti di vista. A partire da quello ambientale. Questo tema mi ha visto coinvolto negli anni passati – e mi coinvolge tuttora – al fianco delle popolazioni del Vulture per alcune situazioni che hanno fatto scattare l’allarme rosso a proposito della tutela paesaggistica, considerato che, nel momento in cui ruspe e camion iniziano a lavorare, i danni possono essere incalcolabili e irreversibili. Il riferimento è prima di tutto alla vicenda di Monte Crugname. Inoltre, non si può neppure ignorare quanto accade sempre ai piedi del Monte del Vulture, dove insistono diverse attività di estrazione connesse proprio alle cave. Alcune di loro, tra l’altro, nei pressi pure della tratta ferroviaria Potenza-Melfi-Foggia.
Nel leggere i giornali e i resoconti sulla recente inchiesta dei magistrati potentini non si può non provare un brivido lungo la schiena. La faciloneria e la spregiudicatezza che avrebbero caratterizzato l’operato di alcuni funzionari mi lasciano senza parole. Il tutto all’insegna di un senso di impunità che è proprio il contrario di chi, con dedizione, senso dell’onore e rispetto delle istituzioni dovrebbe servire la Pubblica amministrazione e la comunità lucana. Non dimentichiamo neanche i danni economici che sarebbero stati arrecati alla Regione Basilicata. Il nostro territorio, troppe volte scioccamente definito un “Eden”, continua a subire duri colpi in termini di integrità ambientale e tutela della salute.
Ecco perché ritengo, per una questione di trasparenza e di serietà, che il Dipartimento regionale faccia una accurata ricognizione su tutte le attività di estrazione legate alle cave in Basilicata e sugli introiti che ne derivano per le casse regionali. Su questo specifico punto sarà mia premura presentare una interrogazione. Dall’inchiesta della Procura di Potenza sembrerebbe che si sarebbe consumato un mancato introito proprio per la Regione Basilicata in merito alle attività di estrazione svolte.
Il sedicente “governo regionale del cambiamento” di centrodestra dica da che parte sta e come intende vigilare sul rispetto delle regole, sulla tutela ambientale, sulla sicurezza dei lavoratori e sulla salute dei lucani anche alla luce dei principi sanciti dalla nostra Costituzione.
Timidezze e accondiscendenza verso qualcuno non sono più ammesse.
Gianni Leggieri, Consigliere regionale