di Alessandro Di Battista*
Ho sempre creduto che politica professionista e pavidità fossero indissolubilmente legate. Per questo ho ritenuto sacrosanto il vincolo dei due mandati, perché impediva (ormai è bene usare quantomeno l’imperfetto) ai parlamentari, consci di dover tornare, per forza, alla vita di prima, di assumere decisioni politiche più per convenienza che per convinzione. Questa mattina, nel suo editoriale, Marco Travaglio, giustamente, invita i politici (quanto meno quelli che non devono a Berlusconi le loro scadenti quanto redditizie carriere) ad usare le parole giuste per descriverlo. Non voli pindarici, posizioni democristiane, fiumi di “non detti” per tenersi buona Forza Italia (non si sa mai), partito con il quale una parte consistente del PD vorrebbe continuare a governare anche nella prossima legislatura.
L’articolo di Travaglio si intitola “Le parole per dirlo” ed è un invito a usare le giuste parole per descrivere B. in un momento in cui è possibile (seppur improbabile) la sua elezione a Capo dello Stato. E le parole sono semplici: frode fiscale, sostegno economico alla mafia, leggi ad personam, condanna in via definitiva, etc. Travaglio si meraviglia della timidezza dei leader del centro-sinistra più che dei silenzi dei vari Salvini e Meloni. E’ ovvio, sono alleati di Berlusconi. Ovviamente vanno attaccati anche Salvini e Meloni i quali incensano il giudice Borsellino (Salvini indossò addirittura una mascherina con l’immagine del magistrato) e poi sono alleati di un tizio che ha dato enormi somme di denaro a quell’organizzazione che lo fece letteralmente a pezzi.
Ad ogni modo è normale “prendersela” più con chi dovrebbe (per etica oltre che per recuperare i milioni di consensi perduti) usare, per l’appunto, le parole giuste. E, aggiungo, prendere le scelte giuste.
Vengo accusato di criticare più il Movimento che le altre forze politiche. Rispondo con un esempio concreto. Pochi minuti fa il Movimento 5 Stelle, la sola forza politica che, in passato, si è mostrata vicina ad Assange, si è astenuto su una mozione del gruppo Alternativa che chiedeva la sacrosanta assegnazione dello status di rifugiato a questo eroe moderno (come lo definiva lo stesso Movimento). Il Governo (immagino Draghi in persona, estremamente legato agli ambienti USA) ha dato parere negativo alla mozione ed il Movimento, per non inimicarsi Draghi e gli stessi ambienti vicini all’apostolo, ha deciso di astenersi. Ponzio Pilato crescono e perdono, irrimediabilmente, voti.
Secondo voi me la dovrei prendere più con i deputati di Forza Italia che hanno votato contro o con quelli del M5S che si sono astenuti? Quando, nel novembre del 2013, andammo ad incontrare Assange (https://www.ilblogdellestelle.it/…/il_m5s_incontra…) i parlamentari di Forza Italia (e anche molti piddini) ci insultarono. Per loro Assange era un nemico. Un “utile idiota” come l’hanno definito proprio oggi in Parlamento. D’altronde è stato Assange a svelare le porcate che c’erano dietro alle ignobili guerre in Afghanistan ed Iraq dove siamo entrati per colpa del centro-destra e dove siamo rimasti per anni ed anni per colpa di tutti. Cosa potevo aspettarmi dai parlamentari di Forza Italia? Un voto contrario, è evidente. Un osceno voto contrario sia chiaro. Ma dal Movimento 5 Stelle che per anni ha portato Assange come vessillo della libertà di espressione, della rete che batte i potenti, dei cittadini che si informano, beh non mi aspettavo certo un’astensione.
La storia del Movimento è (o meglio era) indissolubilmente legata ad Assange. Oltre all’incontro del 2013 io ebbi l’onore di condividere con lui un evento sulla libertà di informazione che si svolse a Quito (ecco il mio discorso https://www.youtube.com/watch?v=LpL1NBAhpCw). Inoltre Assange partecipò (ovviamente collegato) ad Italia a 5 Stelle a Palermo. Fu una festa, un momento di grande partecipazione, di coraggio, di prese di posizione nette, giuste. In quell’occasione Julian elogiò il Movimento e Grillo disse: “grazie Assange faremo qualcosa per te, vedremo: una petizione all’Onu”.
Non so se siano state fatte o meno petizioni del genere. So che oggi, l’unico Movimento politico italiano di massa che ha incontrato, sostenuto, elogiato un eroe come Assange, si è astenuto su una mozione che chiedeva al governo di assegnargli lo status di rifugiato. Assange è in carcere per aver mostrato al mondo intero le menzogne dei potenti, menzogne per le quali sono morte centinaia di migliaia di persone che hanno perso ben più di quello che i parlamentari avrebbero rischiato di perdere votando sì alla mozione di oggi.
Un tempo credevo che l’onestà fosse la qualità principale di un politico. Ora penso che sia un prerequisito. Oggi, per me, quel che conta è soprattutto il coraggio.
*Post Facebook del 2 dicembre 2021
fonte: https://www.lantidiplomatico.it/