Erano tempi storici e politici molto diversi, questo è vero, ma l’uomo e la donna hanno inevitabilmente davanti la stessa prospettiva: ciascuno di noi è impegnato a dare il suo originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo.
Aldo Moro, l’uomo del dialogo, va avvicinato come studente, professore, politico, statista, giurista cristiano. Moro era tutte queste cose e aveva compreso il senso più autentico del termine umano e l’importanza del dialogo, spingendosi oltre il proprio orticello, appunto, perché era completamente immerso nel senso cristiano della vita. Nel “Bel paese” da tempo stava dilagando una crisi sociale e politica e, per fermarla, erano opportune un’apertura nei confronti dei comunisti per recuperarli alla democrazia e all’occidente ed una collaborazione tra le due espressioni più importanti della politica italiana, la Democrazia cristiana e il Partito comunista.
Dopo il primo compromesso storico, era arrivato il momento del secondo. Ed è chiaro quanto fosse rivoluzionario questo pensiero, poco compreso. Si trattava di una presa di posizione che andava a stoppare le ripercussioni sullo Stato italiano di una guerra fredda iniziata da Russia e Stati Uniti, a favore di una solidarietà nazionale a livello governativo: si voleva garantire un percorso politico meno conflittuale e più operoso per l’Italia. Ma i russi temevano una separazione del Pci dal controllo sovietico; gli americani non potevano permettere il libero accesso ad informazioni supersegrete a persone che avevano stretti rapporti con Mosca. Sia democristiani sia comunisti risposero presente, quando si manifestò l’occasione perfetta per liberarsi di un personaggio tanto scomodo, Aldo Moro. Pochi furono quelli che spinsero per una trattativa con le Brigate Rosse. Solo alcuni nella Dc lavoravano per la trattativa con le Br, tra questi Fanfani, il grande Amintore Fanfani. E poi c’erano i socialisti, favorevoli essi pure alla trattativa. Noi, giovani democristiani e popolari oggi lo vogliamo ricordare così: “Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiamo il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e dialogo”(Aldo Moro – Il Giorno 10/04/1977).
Francesco Pio Paolino, delegato regionale movimento giovanile Federazione Dc e Popolari.