“Ormai la “politica agricola” in Basilicata è diventata un orpello inutile e forse anche fastidioso. In questi 4 anni il comparto agricolo ha vissuto grazie alle scelte del passato, limitandosi ad adempimenti amministrativi, tra proroghe e scorrimenti di graduatorie esistenti e con l’avvicendarsi degli assessori Fanelli, Cupparo e attualmente ancora nessuno nominato. Neanche la nuova programmazione con dotazione pubblica complessiva di 452,9 milioni di euro, porta l’attuale politica di maggioranza a guidare i processi nell’agricoltura lucana. É toccato infatti all’Autorità di Gestione Vittorio Restaino presentare, seppure non ancora approvata in giunta o in consiglio, la bozza della nuova programmazione 2023/2027 al partecipatissimo evento organizzato da Copagri, alla presenza dell’eccellente Presidente di Ismea Frascarelli, oltre che dei vertici provinciali, regionali e nazionali, Carriero, Cufino, Minichino, Verrascina. Ma magari scopriremo che la programmazione è stata già inviata al Ministero della Sovranità Alimentare senza i passaggi istituzionali dovuti. Per la Basilicata sprecati quindi, colpevolmente due anni di tempo in cui si sarebbe potuto programmare il futuro.
E’ ciò che apprendiamo dalla lectio magistrale sulla nuova PAC del Prof Frascarelli: i processi di “convergenza” in atto con questa programmazione, anticiperanno l’eliminazione dei titoli in agricoltura anche in Italia, come avvenuto già in 18 paesi su 27 in Europa, a partire dal 2027. Alla nostra regione sarebbe bastata questa informazione nelle mani di un anche mediocre Assessore all’agricoltura – che non abbiamo da oltre 3 mesi, per riconsiderare alcuni aspetti di valutazione sociale che spesso ai tecnici sfuggono o che non sono adeguatamente considerati e che avrebbero suggerito di concentrare le risorse piuttosto che suddividerle in mille rivoli.
Un assessore, infatti, avrebbe avuto la responsabilità di far avviare per tempo una grande riflessione su come il comparto agricolo lucano dovrà resistere all’eliminazione dei titoli che, in Basilicata, da decenni assicurano sostegni automatici, spesso di vitale importanza per la vita di migliaia di agricoltori lucani, oggi sempre più in difficoltà nel produrre reddito. In assenza di questi titoli e senza un accompagnamento efficace ed un cambio generazionale compiuto tantissimi piccoli ed anziani agricoltori meno abituati ad affrontare la burocrazia imperante e crescente potrebbero abbandonare l’attività.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva e Presidente della II Commissione Programmazione e Bilancio.
“In questi due anni di proroga sino al 2022 – prosegue Braia – della oramai passata programmazione 2014/2020, si sarebbe dovuto alimentare un dibattito ampio e approfondito sul futuro dell’agricoltura lucana. Facendo magari analisi dei dati sul recente passato, su quanto si è attuato di positivo o di negativo nella vecchia programmazione, sugli effetti che le politiche agricole degli ultimi anni e tuttora in corso, in un mondo in transizione causa effetti pandemia e guerre, hanno avuto. E questo si può fare utilizzando i tanti dati oggi disponibili grazie al sistema informativo SIARB, da noi introdotto sin dal 2016.
Oggi con i costi di produzione incrementati, le abitudini alimentari mutate, i modelli sociali modificati, gli effetti cambiamenti climatici, le nuove tecnologie disponibili, la Basilicata ha solo necessità di qualcuno che si prenda la responsabilità di creare davvero valore aggiunto al comparto agricolo e agroalimentare, a cui va garantita la redditività attraverso la diversificazione con la concreta apertura al settore delle agro-energie, al sociale e all’agriturismo e l’aggancio semplificato e conveniente ai processi di trasformazione localizzati e alle filiere.
Insomma, si tratterebbe di programmare il futuro in maniera consapevole e lungimirante (dove sono e come sono state utilizzate le informazioni del Sistema Informativo SIARB?). Nessuna traccia pare esserci di un’azione coordinata, in grado di affrontare le emergenze, figuriamoci le strategie in maniera congiunta con gli altri fondi Europei Fesr e Fse, oltre che con i fondi regionali disponibili. L’agricoltura moderna non é più solo produzione di prodotti agricoli ma anche produzione di energia, salute, benessere sociale, turismo, trasformazione industriale, ambiente.
Prendiamo però atto che, ad oggi, la nuova programmazione in Basilicata – conclude il consigliere Luca Braia – non ha ancora iniziato il suo iter burocratico, dal momento che non vi è approvazione della proposta in Giunta e quindi non è nemmeno approdato nelle commissioni e in consiglio e non ne conosciamo neanche i tempi. Se va bene, forse tutto sarà approvato a fine febbraio, con un inizio delle attività coincidente con l’emissione dei bandi per giovani agricoltori e di altri investimenti che non potranno effettuarsi prima di maggio o giugno. E’ un ritardo enorme quello della nostra regione rispetto alle altre che sono già pronte. Altro ne accumuleremo sino a quando si determineranno i requisiti di ammissione ai singoli bandi, la cui discussione politica non é neanche partita. Il Presidente Bardi e la sua maggioranza si trastullano nelle perenni crisi e tattiche politiche tutte interne, mentre il mondo corre, l’agricoltura nelle altre regioni vola e quella lucana, con le aziende penalizzate, rischia di perire travolta dalle decisioni politiche non prese.”