Il Corpo Forestale dello Stato e le cose che non ho ancora capito…

Il 2022 sarà un anniversario importante, forse in molti ne proveranno nostalgia, per gli uomini e per le donne del Corpo Forestale dello Stato. Erano sorti nel 1822 come forza di polizia italiana ad ordinamento civile, specializzato nella difesa del patrimonio agricolo e forestale, ma anche con funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. Al Corpo Forestale dello Stato competeva anche la tutela dell’ambiente, del paesaggio, del controllo sulla sicurezza della filiera agro-alimentare. Il territorio su cui insistevano particolarmente i Forestali si riferiva alle zone rurali, alle zone boschive e montane, alle riserve naturalistiche, al patrimonio lacustre. Il bene ambiente in sostanza è la loro caratteristica, è il sentire più interno, è lo scopo del loro lavoro e il territorio agro-forestale il loro respiro. Non erano tantissimi in Italia, poco più di settemila. E venivano guardati come amici, come esperti, reticolo di aiuto e di sostegno e di buone osservazioni sulla gestione del patrimonio boschivo ed ambientale in genere come tutti gli altri corpi di polizia, carabinieri, finanza, poliziotti e vigili dovrebbero essere guardati, amici a sostegno della nostra vita e delle attività umane e non in funzione repressiva. I corpi di polizia, tutti i corpi di polizia sono ad azione e sostegno delle libere attività umane. E poi certo anche con funzioni repressive avverso chi non rispetta le leggi dello Stato e si rende una minaccia per il consesso civile. E invece gli uomini e le donne forestali hanno un gradimento maggiore rispetto agli altri corpi. Ora è accaduto che dal 2017 il Corpo Forestale dello Stato ha cambiato nome e quegli uomini e quelle donne sono d’un colpo solo Carabinieri, Carabinieri Forestali, conservando, è scritto nelle avvertenze relative al riordino della pubblica amministrazione, gli stessi compiti negli stessi ambiti e con la stessa direzione esecutiva. Naturalmente le cose non stanno proprio completamente così. Non puoi trasferire duecento anni di storia di reparti che hanno un apparato ed un carisma in un altro reparto, i Carabinieri, che hanno essi pure un loro carisma ed anche di tutto rispetto. Carabinieri e Forestali hanno un sentire diverso, organi dello Stato con compiti diversi e presenze diverse, abitudini anche sane ma diverse per l’espletamento dei compiti loro affidati. Non c’è alcun dubbio che i Carabinieri abbiano una solida burocrazia perché corpo militare più presente con le caserme praticamente in tutti i paesi e le città tali da essere il punto di riferimento essenziale per i cittadini. Ed è una burocrazia che non può essere traferita pari pari ad altri reparti che invece vivono logiche diverse. Anche noi siamo del parere che bisogna ritornare al Corpo Forestale dello Stato, reparto dello Stato diverso da quello dei Carabinieri. Le funzioni sono diverse, certo in stretta collaborazione con tutti gli altri corpi come molto spesso accade. Ma è innegabile che ogni corpo, a partire dalla Polizia Municipale, ha un sentire che lo caratterizza. Perciò vanno ripristinati con i ruoli e le funzioni anche le alte dirigenze dei corpi. Ma abbiate pazienza, un generale della Forestale non può essere equiparato ad un generale dei Carabinieri che invece ha fatto la scuola di guerra mentre il primo ha fatto la scuola agricolo-forestale. Tutte le Guardie Forestali hanno competenze agricolo-forestali. Questa miscela tra corpi non ci appare funzionale perché è saltato il concetto, non proprio astratto, di appartenenza.

Pasquale Tucciariello, coordinatore regionale Federazione Popolare dei dc

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